Inizio anno. Arriva la solita carrellata di film hollywoodiani in balia dell'Oscar; "il Petroliere" di Anderson, "Sweeney Todd" di Tim Burton con il suo pupillo Johnny Depp (e con il mio concittadino maceratese, nonchè scenografo più grande d' Italia, Dante Ferretti) e, per l'appunto, "Non è un paese per vecchi", che segna il ritorno alla regia dei due fratelli Coen.

Per analizzare il film occorre dimenticare le trascurabili commedie coeniane del nuovo millennio (Prima ti sposo e poi ti rovino, e Ladykillers) e ritornare alle tinte opache di "Fargo", al noir de "L'Uomo che non c'era" o l'esordio nel cinema dei due prodigi, "Blood Simple". Il romanzo di Cormac McCharty da cui è tratta la storia, sembra adattarsi a pelle alla tecnica registica dei Coen; una messa in scena grottesca, e a tratti quasi divertente (o almeno per me).

Un realismo che esalta come l'avidità e la cupidigia di un uomo qualunque possano far traboccare il vaso.

Texaco, 1980. L'uomo qualunque, Leewelyn Moss (Josh Brolin), va a caccia di antilocapre. Osserva l'orizzonte. Tre pick up scassati giacciono sul suolo arido del deserto texano. Un ombre assetato, una carcassa di una canaglia e un innumerevole quantità di panette di droga. E' uno scambio andato a puttane. Ma Leewelyn sapeva che di lì a poco avrebbe trovato una valigia piena di dollaroni?. No. Ed è questa la bomba ad orologeria che lascerà un striscia di sangue che coprirà l'intero Texas, da Texaco a Dallas , passando per il Messico. Infatti Moss non è il solo a sapere della valigia. Sulla sua stessa strada c'è anche Anton Chigur (uno straordinario Javier Bardem, ma l'avevo già lodato per Mare Dentro) che rappresenta in pieno lo stereotipo del killer folle e psicopatico, freddo come il ghiaccio. Gli eventi corrono e Leewelyn sa che rischia la vita e si da alla fuga. Avidità ,astuzia e codardia si miscelano nel momento di massima suspense del film, l'inseguimento che perdura da albergo in albergo. I Coen qui sono stati eccelsi nel montare quella fitta rete psicosomatica di caratteri creata da McCarthy: ogni personaggio è scaltro come una volpe: Moss, geniale e abile nel celarsi. Ne è un esempio la scena in cui lui parla al proprietario del motel: "Hai una tenda?" "Come la vuole?" "Non lo so; senta, mi dia quella con più paletti di tutti" (i paletti della tenda sarebbero poi serviti per nascondere il bottino). Subentra anche la legge, impersonata dallo scaltro e sveglio sceriffo Bell (Tommy Lee Jones); una legge che non può far nulla per fermare la crudele freddezza di un uomo che fa di tutto per dimostrare la sua pazzia. Decide il destino della vita di un comune mortale con un dollaro, inventa teorie che non stanno nè in cielo nè in terra e ammazza gente con un compressore per abbattere bestie. Pazzia? Sarà pazzia, ma questo lo porterà a superare la legge. La vittoria del male sul bene. Ad arricchire il tutto, i Coen iniettano sprazzi di amara comicità e di cinico sarcasmo ("Sto per fare una cazzata ma la farò lo stesso. Se non torno,dì a mamma che le voglio bene." "Ma mamma è morta." "Allora glielo dirò io." oppure "Leewelyn, ho un brutto presentimento." "E io ne ho uno buono quindi si bilanciano.")

Un uomo sceglie in bene o in male e ne ha il pieno diritto; ma è il bramare e il desiderio che decidono. In questo caso la valigia costerà la morte a Moss e a sua moglie. La chiave di lettura non finisce qui, perchè a giustificare l'inibizone del ruolo della legge ci sono le parole dei due sceriffi:

Sceriffo: "Sempre per i maledetti soldi. Per i soldi e per la droga. Va al di là di ogni imaginazione, cazzo. Che senso ha? Dove andremo a finire? Se vent'anni fa mi avessi detto che un giorno nelle nostre cittadine del Texas ci sarebbero stati ragazzini coi capelli verdi ed un osso infilato nel naso, non t'avrei creduto."

Bell: "Cose dell'altro mondo, penso che quando non si dice più grazie e per favore, la fine è vicina."

Non è più un paese per vecchi.

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