Ogni film di successo che si rispetti, specie se d'animazione, vuole, di diritto, un seguito. La Dreamworks, in questo caso, si è presa il suo tempo. Il capostipite risale al 2013, “I Croods”, da noi uscì durante le festività pasquali e fu un successo clamoroso (11522826 € d'incasso), ed era un bel film, va detto. Il sequel esce 7 anni dopo, nel 2020. Negli Usa, perchè da noi in Italia bisognerà aspettare il 2021 dato che, come noto, a quei tempi nemmeno si poteva uscire di casa.
Nel primo film si narravano le avventure preistoriche della famiglia Croods che prima scopre il fuoco, poi deve sopravvivere ai tumulti delle ere glaciali il tutto condito con le vicende familiari che vedono i figli ribellarsi ai genitori, un padre iper protettivo e una nonna fin troppo energica. Mostri e animali preistorici a volontà, e una tecnica realizzativa ai limiti della perfezione con azzardi di camera (carrellate, piani sequenza) che alzarono l'asticella di ciò che si poteva fare in un cartoon in modo (quasi) inaspettato.
Il seguito deluse molti, la critica lo stroncò e il pubblico non lo premiò. Io sarò strano, a me è piaciuto molto. Lo trovo divertente e al passo coi tempi. Cosa succede, in poche parole: la famiglia Croods sembra tranquilla, riappacificata soprattutto nei rapporti familiari, hanno addirittura trovato una terra felice in cui vivere, idilliaca e colorata. Scoprono però che tale landa di felicità è popolata dalla spocchiosa famiglia Superior, gente preistorica che ha, in qualche modo, scoperto le comodità della vita e vorrebbe evolversi ad uno stadio intellettivo più alto rispetto ai rozzi Croods ancora legati ai riti delle caverne, della caccia selvaggia e, il punto è tutto qui, del patriarcato. Nei Superior uomo e donna sono allo stesso livello (insopportabili entrambi), nei Croods l'uomo è colui che deve sfamare la famiglia e la donna quella che, nelle intenzioni del capobranco, stare a casa ad accudire i figli (peccato che mamma Croods si dimostri spesso più coraggiosa, e intellettualmente aperta, dell'atavico marito).
In tempi di woke e female empowerment anche la Dreamworkds s'adegua, ma non cede ai facili compromessi alla moda, come qualcuno ha sentenziato (forse, senza aver visto il film). Vero è, che tutte le figure femminili del film paiono superiori agli uomini (una menzione d'onore alla solita, gigantesca, nonna Croods) e che l'amicizia tra le due figlie femmine delle rispettive famiglie smussa un po' le potenziali gag che il film avrebbe potuto innescare (e che, fino a quel momento, aveva innescato), è anche, pero', vero che le figure maschili sono forse quelle meglio connotate e più complesse. Papà Superior è un radical-chic insopportabile ma il perchè è ben raccontato nel finale mentre Papà Croods alterna, durante tutta la durata del film, emozioni contrastanti che ne fanno una figura dubbiosa che mette, coraggiosamente, alla fine in gioco tutte le proprie certezze sulla vita, sulla famiglia, sull'educazione, sul matrimonio.
Riuscitissima la raffigurazione della landa (semi) felice in cui tentano di convivere le famiglie Croods e Superior e molto indovinato il ritmo indiavolato che nel secondo tempo, letteralmente, vola, così come le numerose gag tra i contrasti delle due famiglie (in definitiva interamente giocate sulla paura del cambiamento, del modificare la propria esistenza in base ai tempi correnti), limitando al minimo le paternali. In definitiva, che messaggio sia, ma che non sia pedante e noioso.
Si diceva di come il pubblico abbia rifiutato il film, soprattutto in Europa (in Usa è andato, decisamente, meglio) e di come nemmeno i fans del primo film l'abbiano difeso davvero. E la Dreamworks ha chiuso le porte a qualsiasi progetto di un terzo film. Peccato, era una saga che, a mio avviso, avrebbe meritato ben altra fortuna.
Personaggi e doppiatori (originali/italiani): Grug (Nicolas Cage/Francesco Pannofino); Guy (Ryan Reynolds/Leo Gassmann); Hip (Emma Stone/Alice Pagani); Ugga (Catherine Keener/Laura Boccanera); Tonco (Clark Duke/Luigi Morville); Nonna (Cloris Lechman/Paola Giannetti); Filo (Peter Dinklage/Alessandro Gassmann); Speranza (Leslie Mann/Virginia Raffaele); Aurora (Kelly Marie Tran/Benedetta Porcaroli).
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