L'ossessione patologica per la numerologia, domina i protagonisti in 'The Number 23' di Joel Schumacher (regista di 'Un giorno di Ordinaria Follia' nel 1993), e più in particolare, la ridondanza diabolica del numero 23.

Il protagonista Jim Carrey è uno stralunato accalappiacani (fondamentalmente cazzeggia in un piccolo pullman rincorrendo ogni tanto qualche 'elemento pericoloso'). La sua vita cambia quando incontra un libro misterioso, dalla rilegatura amatoriale e dall'autore ignoto, che comincia a leggere con iniziale scetticismo per poi venirne catturato alle prime pagine. Le coincidenze tra la storia del libro e la sua vita personale lo porteranno in uno stato di paranoia e di forsennata rielaborazione di tutto il suo passato.

Nelle prime sequenze il film sembra davvero molto interessante; la scoperta del libro misterioso, e delle prime incredibili coincidenze genera un bel pathos, che tende però a diluirsi con l'accrescere della follia del protagonista e la riflessione tra gli avvenimenti narrati nel libro e la vita reale di Carrey. Tutti questi intrecci generano un pò di confusione, abbastanza pesante nel corso del secondo tempo, anche perchè si perde un pò l'empatia con il protagonista e il susseguirsi delle scoperte. Negli ultimi venti minuti, un finale di 'riepilogo', farà luce su quanto visto nell'ora precedente di film. Non è uno schema narrativo proprio entusiasmante..

Confusione a parte, la sceneggiatura manca di alcuni elementi tipici del classico thriller di intrattenimento. Innanzitutto non vi sono cattivi, e non vi sono congiure; manca insomma, una reale macchinazione diabolica dietro i fatti e questa è la mancanza che più delude al termine del film; non si comprende insomma, contro quali forze si combatta e la ragione di queste sofferenze. Forse l'errore è proprio nell'attendersi un thriller! Il film è da considerarsi innanzitutto uno psicodramma con la numerologia a fare da sfondo.

La scelte fotografiche sono riuscite a metà. I primi flashback infantili sono realizzati in maniera magistrale, altri in maniera troppo asettica, con la scena inondata di luce bianca per generare un effetto surreale, una soluzione che mi piace poco. Buoni gli attori, con i due protagonisti principali (Jim Carrey e Virginia Madsen) bene in parte.

Pur zoppicando un pò, è un film che intrattiene, senza certo strappare applausi nell'epilogo. Ci si aspettava di meglio.

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