Fortunata coincidenza quella di chiacchierare con Joel Tammik, viaggiatore instancabile, emergente della scena Ambient europea e sognatore per niente disilluso. Ho deciso di tenere comunque le mie domande dementi, sebbene con l'avanzare del colloquio le risposte dessero un quadro completamente opposto, quasi spirituale. Le ho lasciate così, nella loro plateale contrapposizione, anche perchè alla fine io e Joel ci assomigliamo più di quanto io abbia cercato di negare, con il mio carattere francamente insopportabile, in eterna parodia di me stesso, e in parodia della paura di questo esercito di specchi rotti che è la gente.
"Eluline" è stato uno dei dischi che più ho ascoltato quando ne avevo bisogno: con qualcuno ci mettevo un po' più tempo, con altri invece prendevo subito sonno. Tra l'altro non ci rimanere male, Joel, ma a me sembra sempre lo stesso ambiente; forse in "Eluline" è più forte il richiamo al mare, ma lo dico tanto per farmi bello. Insomma vorrei dirti che "Eluline" è il mio sonnifero dell'anno: con una vita da sveglio veramente miserabile, lo prendo sempre per complimento. In questo caso il miserabile ascoltatore di ambient è uno che capisce un po' di musica; il suo alto quotiziente intellettivo lo spinge a cercare il suo opposto, per una strana teoria di compensazione, in club super chill out dove si può rimorchiare gnocca stordita di un certo livello. L'ascolto di una canzone soporifera fin dal titolo, "Ilula", col suo battito da encefalogramma piatto, lo stimola a meditare fino alle 5 del mattino: il tipo ambient, nella sua intelligenza, cerca di dare colpa a tale desiderio di ripassare le sorti del suo culo, non tanto all'uso massiccio di droga quanto alla sua qualità. E quì viene la domanda: tu, da uno a dieci, quanto sei un tipo da spiaggia?
"Eluline" è più che altro un disco che ho realizzato per me stesso. L'idea è stata chiara fin dall'inizio, semplicemente quella di creare qualcosa che mi piacesse, e che mi procurava piacere nell'ascoltare. Una cosa che mi portasse via dal cattivo rumore della vita quotidiana di città. C'è un sentimento molto forte in tutto questo, un richiamare constantemente l'estate, ma vivendo un freddo e scuro giorno d'inverno, è un po' questo il segreto. Quando ho tenuto in mano il disco per la prima volta era già arrivata l'estate, così un altro cerchio s'era chiuso.
Da uno a dieci direi senza ombra di dubbio dieci, ma più che altro come uomo di mare. Vivo a circa 1000 metri dalla spiaggia. Non riuscirei mai ad immaginare la mia vita in un posto dove non possa trovare il mare o un fiume accanto a me. Probabilmente mi prosciugherei. Mentalmente, intendo.
Verso le 6 il tipo ambient si trova in uno dei centinaia di club fumosi dove si smaltisce con più o meno dolore a secondo della qualità della notte appena trascorsa. Nella testa del giovane ancora gira il ritmo lento di una canzone, con un fruscio tirato che gli allungava lo sballo. E quì viene la domanda: tu, da uno a dieci, quanto sei favorevole all'eutanasia per gente senza speranza?
Non amo particolarmente i bar fumosi, i club notturni e così via. Preferisco sempre camminare nella natura, il più lontano possibile dalla città. La maggior parte del tempo mi trovi in paese, dove vivo, respiro e così via. Ho sempre pensato che il mio tempo migliore lo passi nel mio studio, il luogo dove riesco a sentirmi felice.
Non esistono persone senza speranza, esiste sempre speranza.
Alle 11 il tipo ambient sorseggia un caffè e ci nuota dentro, parte il ritmo ticchettato di "Uskuma", poi il ritmo diventa snocciolato e quando diventa granulato al tipo gli sale di colpo la droga e affoga nel caffè. Ma quì non viene nessuna domanda. Con il ritmo sincopato di "Sume", il tipo ambient riaffora dalla tazza, pensieri strani si affollano nella sua mente, l'assale un desiderio di onnipotenza, russi e americani che combattono una guerra nucleare sulle spiaggie di coca. E quì viene la domanda: in "Sees", dopo il ritmo patinato è possibile che al minuto 2 e 43 abbia sentito un rutto?
Mi piace pensare che chiunque operi una traduzione mentale libera di ogni cosa; tutto ciò che provi è solo per te stesso: tu senti quello che vuoi sentire. E così è anche la mia musica. Semplice.
Una delle caratteristiche dei dischi ambient è che all'interno del booklet c'è sempre questa frase mistica, una cosa tipo "Leaving accustomed environments can create new ways to enhanche spatial perception. Mood and thoughts travel in an unpredictable way" e cosi' via.
E ci sono invece effetti negativi per chi utilizza droga?
Secondo il mio punto di vista, la sola frase spirituale che vale al giorno d'oggi è che non esiste più spiritualità. C'è troppo business nella vita di tutti i giorni. La gente non desidera più sedersi e rallentare, c'è troppo di tutto. I computer, i pirati del web, gli emmpiithrees e i milioni di "grandi" produttori e artisti. Lo spirito del suono così come era dieci anni fa è ora troppo diverso perchè io lo possa riconoscere. Ad ogni modo mi piace sempre proseguire il cammino per la mia strada, che è l'unica che mi dia sollievo.
La musica interessante e il suono possono essere droghe molto impressionanti. Ti senti del tutto vuoto senza questo. Un qualcosa che potrebbe essere paragonato solo al significato dell'aria che respiriamo.
Com'è la situazione musicale estone? Hai mai sentito parlare di una scena musicale cosiddetta italiana? Se si, ti ricordi qualche cantante neomelodico? In tema di Ambient, cosa ne pensi di tutte quelle teorie cospirative secondo le quali la luna non esiste? E se invece esiste, pensi che un giorno l'uomo riuscirà a camminare sul sole? E rimanendo in tema di luoghi speduti, puoi dirci se penserai mai di passare dalla nostre parti oppure in Mongolia?
Dove sono nato le cose sono più influenzate dai sentimenti locali, per niente connesse con gli avvenimenti e le vicissitudini del mondo. La zona non è molto grande, ma la gente fa cerchio intorno e sostiene la musica di qualità.
Adoro viaggiare in motocicletta. Quale cosa può un uomo trovare più interessante di guidare attraverso piccoli villaggi in strani paesi. Ho anche appreso lo stile enduro, scalare montagne e graffiare le strade. Sono così passato per numerosi luoghi europei, la parte occidentale dell'Italia (è la prima volta che sento dividere in verticale, ndr) e l'Asia mi aspettano ancora per scoprirle, ma c'è sempre tempo per ogni cosa.
Per darti un esempio della connessione tra la mia musica e il viaggio, verrà pubblicato in gennaio un mini album, dal titolo "desert e.p.", sotto etichetta Cactus Island, e dedicato alla scomparsa di Gaston Rahier (motociclista belga e della Suzuki morto di recente, ndr).
Sfortunatamente non ho mai veramente sentito la scena sperimentale italiana (quale?, ndr). So che esiste da qualche parte, lì fuori (dove?, ndr), probabilmente ne conosco anche qualcuno di loro (oddio, chi?, ndr), ma semplicemente non ricordo ora.
La musica per me più di tutto rappresenta la qualità del suono, connesso con la natura circostante e tutte le diverse culture.
E' un viaggio personale dentro ognuno di noi.
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