"Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei"
(Apocalisse 13: 16-18)

 

Con questa semplice frase, il buon John of Patmos (quello vero... ) faceva del 666 un numero "satanico". Ma come mai? E perché proprio il 666? La risposta sta tutta in un particolare "codice", tipico dell'alfabeto ebraico, per cui ad ogni lettera viene fatto corrispondere un numero. E così la traduzione in ebraico di "Nero Caesar", l'imperatore piromane che perseguitò i cristiani, nel linguaggio della gematria dà proprio 666. È da allora che il 666 fu Satana, l'avversario, "la bestia". Ma la gematria è solo una delle tante numerologie mistiche e subliminali che hanno percorso la simbologia dell'uomo e che oggi fanno tanta "moda" ed "esoterismo" (basti pensare, per esempio, all'enorme successo del "Codice da Vinci").

Esistono "codici" subliminali nel mondo della musica? Esiste una gematria musicale? Secondo una illustre musicologa tedesca, Helga Thoene, sicuramente sì. E Johann Sebastian Bach ne è il suo profeta. D'altra parte, che l'immenso Johann Sebastian fosse un appassionato di "codici" è una cosa ben nota. Basti pensare alla struttura matematica che anima opere come le "Variazioni Goldberg" o l'"Arte della Fuga". Ma che utilizzasse la gematria o lanciasse messaggi subliminali attraverso la sua musica è di certo una idea ben più affascinante, ed è l'idea alla base di questo "Morimur", uno degli album su cui Manfred Eicher e la sua ECM hanno investito più energie, non solo musicali, ma anche pubblicitarie.

L'idea di Helga Thoene, da cui è nato questo CD, è semplice e affascinante nello stesso tempo. Secondo la Thoene, la monumentale Ciaccona che chiude la partita in re minore per violino solo BWV 1008 sarebbe in realtà un epitaffio in morte della prima moglie di Bach, Maria Barbara. A sostegno della propria idea, la musicologa tedesca fa notare un fatto semplice. Nella ricchissima e fiorita linea musicale che il violino intesse nella Ciaccona, sono chiaramente riconoscibili, qua e là, un gran numero di corali bachiani, gran parte funebri, con una particolare insistenza sul tema di "Christ lag in Todes Banden", BWV 4. Da questa intuizione di Helga Thoene è nato "Morimur". Un CD che alterna gli splendidi soli del violino della partita BWV 1008 (magnificamente interpretata da Christoph Poppen) ai corali che Bach ha "nascosto" nella Ciaccona (resi cameristicamente da una Hilliard Ensemble in forma smagliante). Ma il vero piatto forte dell'album è naturalmente costituito dall'esecuzione "vocale" della Ciaccona, dove al violino si sovrappongono le voci della Hilliard, a far emergere dal silenzio i testi dei corali che Bach vi aveva intersperso. Fin qui l'accademia. Ma qual'è il risultato all'ascolto? Il risultato è davvero strano, e forse non del tutto convincente. È come se alla "Passione secondo Matteo" si sovrapponessero le sonorità di "Officium". È come se all'assoluto musicale del violino che scava il silenzio si sovrapponessero dei fantasmi vocali che fanno paura, che evocano una idea di abbandono e di inquietudine. Non è forse un caso che nei primi trenta secondi della Ciaccona le voci dell'Hilliard ripetano per almeno tre o quattro volte le parole "Den Tod" (la morte). Un album difficile e scosceso, insomma. Un album che più che una recensione richiederebbe una decina di tesi di laurea. Un ascolto, questo di "Morimur", che purtroppo deve necessariamente passare dalla testa prima che dal cuore. E che, per rivelare i segreti nascosti nella Ciaccona, ne fa forse perdere il godimento all'ascolto, quell'idea dell'assoluto che Bach ha voluto trasmettere con una pagina di tale portata. Perché in fondo si sa. Talora i segreti è meglio che restino tali.

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