Dieci minuti fa ho appreso con disappunto che la mia dolce metà ha deciso, in totale autonomia, che sarebbe dovuta essere lei, con sua madre (mia Suocera… Sgrunt..), a dover fare il primo bagnetto alla mia pargoletta appena nata. Il bagnetto non me lo dovevano toccare, roba da andare da un legale.

Vorrà dire che mi tocca vendicarmi. Ecco.

Così, un giorno, quando mia figlia leggerà su Debaser la recensione del concerto pe due violini ed orchestra di A. Vivaldi RV 522, trascritto per organo da Bach e catalogato come concerto BWV 593, saprà che non è stata colpa mia se mi sono perso il suo primo bagnetto..

Mi viene da sorridere quando sento parlare di cover, arrangiamenti, featuring e plagi vari, e penso a questo concerto. Come se tutto ciò fosse una roba nuova. Ebbene sì amici, Bach era un gran copione! Anche se, a dirla tutta, lo faceva piuttosto bene…

Tra il 1711 ed il 1713, il nostro amato Johan Sebastian, non avendo di meglio da fare, decide di trascrivere alcuni concerti che, anni dopo, verranno catalogati in due grosse raccolte, la prima, per clavicembalo solo (BWV 972 à 987) e la seconda per organo (BWV 592 à 597). E lo fa prendendo in prestito gli spartiti, usandoli come tela bianca, dei più grandi musicisti barocchi dell’epoca, da Vivaldi a Tielemann, passando per i vari Albinoni e Marcello. Tra questi, c’è n’è uno in particolare di cui vorrei parlarvi ed è, appunto il concerto BWV 593, trasposizione per organo dello splendido concerto RV 522, gemma a sua volta estratta dell’estro Armonico di Vivaldi.

E’ difficile parlare del concerto di Bach senza parlarvi di quello di Vivaldi per qui vorrei proporvi un gioco: un’intervista doppia ai nostri due autori, ci facciamo raccontare da loro queste due sontuose opere e proveremo anche a fargli qualche domanda.

Recensore: buon giorno Johan Sebastian, buon girono Antonio, partiamo con una domanda facile facile, chi ha scritto l’estro Armonico?

V: Io! Nel 1711 ho chiesto al mio amico Estienne Roger di pubblicare ad Amsterdam l’Opera n° 3. Quello lì è un cialtrone se osa assumersene la paternità!

B: Non ti alterare Antonio, stai tranquillo che ti parte un embolo. Qui nessuno vuole rubare niente!! Solo che il tuo concerto mi sembrava un po' miserello ed ho deciso di aggiungerci un po' del mio, tutto qua.

Recensore: su, da bravi, non litigate. Piuttosto, mi spiegate la genesi dei rispettivi lavori?

V: volevo mostrare al mondo l’arte del contrappunto e rappresentare il perfetto connubio tra la fantasia dell’estro e l’algido rigore delle formule matematiche tanto care all’armonia.

B: mah, si, sarà.. Robetta insomma. Di concerti così ne è pieno in giro, un domani nessuno ne conserverà memoria. Al contrario, avendo reso sacro ciò che sacro non era, la tua musica, grazie al mio degno contributo diverrà immortale. Due violini e qualche arco sparsi qua e là sono diventi la voce del signore, ad infondere parole di infinita dolcezza. Ma hai ascoltato l’allegro? Oh sì, l’allegro. A sentirlo non pensi sia di origine terrena, e poi, sembrano tante voci. Ti ricordo che io sono il re della fuga, massima espressione contrappuntistica della musica occidentale, e tu mi parli di contrappunto? Ma fammi il piacere, sei un pallone gonfiato!

Recensore: Va bene, ho capito, siete tutti e due bravi, ma mi dite in due parole le caratteristiche di ognuno di essi?

V: Che vuole che le dica, sono tempi duri per noi musicisti, i tempi ed i gusti musicali stanno cambiando. La musica solistica non piace più da cui la scelta di un concerto per due violini ed orchestra. Diciamo che con questo Concerto ho gettato le basi del mio successivo lavoro “il cimento dell’armonia e dell’inventore”. Ma non voglio né lodarmi né spoilerare troppo altrimenti nessuno compra più i miei dischi..

B: Io vado in leggerissima controtendenza rispetto al mio esimio pallone aerostatico. Troppi strumenti, troppe note (Cit.). E poi, in un periodo di crisi di valori, usiamo la musica come strumento di catechesi. E quale strumento migliore dell’organo. Prendi ad esempio l’adagio. Due note si alternano, come un cuculo in maggio, introducendo il tema portante. Sono lì, ad alternarsi, senza toccarsi, senza ostacolarsi. E poi, ecco il tema che si sovrappone al primo. Eh sì, cari miei, queste non sono note scritte da una scimmia ammaestrata (cit)! Ecco ancora la voce del signore a parlare, e lo fa attraverso l’organo.

Recensore: quindi riassumendo, potremmo affermare che, il concerto scritto da Antonio e l’arrangiamento di Johan Sebastian hanno due finalità diverse, il primo l’elogio della fantasia enfatizzata dalla bellezza del contrappunto mentre il secondo assume una connotazione più Sacra e dedicato ad un pubblico più raffinato?

V: Pur rimanendo un ciarlatano e non rimanendomi particolarmente simpatico, devo riconoscere una certa genialità nel suo lavoro, e pur rivendicando la paternità dell’originale, non sporgerò denuncia alla SIAE.

B: troppo buono Messer Antonio… e comunque, anche a me tocca riconoscere che senza la sua intuizione, io il mio bel concerto per organo, probabilmente non l’avrei scritto. Se le va, una di ste sere ci vediamo per una Jam session.

Spero non vi siate annoiati troppo. Ciò che volevo emergesse da questo, spero, gradito gioco è che le opere in questione sono davvero superlative e, pur apprezzando la complessità contrappuntistica del concerto per due violini di Vivaldi, ritengo quello di Bach, tra tutte le trascrizioni da lui effettuate, una vetta insuperata.

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