Recentemente ho parlato di Sean Connery che in vita è stato considerato il migliore attore ad interpretare il personaggio dell'agente segreto James Bond . Fortunatamente, però, nella sua carriera non si è risparmiato nel cimentarsi in vari ruoli in numerosi film. Ecco qui un esempio luminoso che, per quanto non costituisca il massimo come film in sé e per sé (e spiegherò poi perché) , merita comunque un ripescaggio proprio per la presenza dell'attore scozzese .
In "Zardoz" , pellicola diretta da John Boorman e distribuita nel 1974, l'azione ha luogo nel 2293 (in un cupo futuro distopico tale da far ritenere il presente 2021 un anno proprio brillante). Sul pianeta Terra la qualità media della vita è considerevolmente regredita tanto che i residui abitanti sono ridotti al rango di Bruti terrorizzati ed uccisi, quando occorre, da orde di Sterminatori e ad essere schiavizzati per coltivare le messi in onore di una misteriosa divinità di nome Zardoz . Questa, nelle sembianze di un gigantesco testone di pietra, si palesa scendendo dal cielo (manco fosse la Santissima Trinità ) e recita ad alta voce il seguente slogan :
"Il fucile è il bene, il pene è il male. Il pene spara il seme e procura nuova vita per avvelenare la terra con la piaga dell'uomo, com'era un tempo ma il fucile spara morte e purifica la Terra dalla sozzura dei Bruti. Avanti .. Uccidete ! "
E, come se non bastasse questa giaculatoria infernale buona anche per un eventuale programma politico, il testone vomita una valanga di armi da fuoco che gli adoranti Sterminatori raccolgono per attuare la caccia ai Bruti, consegnando a Zardoz il raccolto delle sementi frutto del lavoro schiavistico. Una situazione disperante sicuramente se non fosse che, fra gli Sterminatori, figura un certo Zed (indimenticabile Sean Connery) che intende vederci chiaro in tutta questa faccenda . Con necessaria astuzia riesce ad entrare in quella che è la realtà superiore ovvero Vortex. Qui, grazie ad una tecnologia evoluta racchiusa nel cosiddetto Tabernacolo, vivono gli appartenenti ad una razza superiore confinati in una dimensione di immortalità, immersi in un'atmosfera di totale atarassia olimpica. Il che comporta l'assenza di passioni ma anche una totale noia derivante dall'immortalità. Inutile dire che l'irrompere di Zed (peraltro frutto di una regia occulta posta dietro le quinte che poi si svelerà. .) in questo universo chiuso chiamato Vortex produrrà una serie di reazioni a catena destabilizzanti e foriere di un sano ritorno alla natura. Come a dire che il progresso scientifico e tecnologico non può e non deve generare squilibri con il ritmo naturale, là dove c'è vita inevitabilmente ci sarà poi morte .
Come pravvertivo, il film ha qualche limite . Pur volando alto con i riferimenti colti ("The wonderful world of Oz" di Baum, "La città e le stelle" di Clarke) l'opera soffre di passaggi lenti (non è tanto subito chiaro chi sia Zed) e certi personaggi come Arthur Frayn (regista occulto di tutta la trama della vicenda, una sorta di burattinaio) appaiono ridondanti. Il riferimento al tema eterno del rapporto fra uomo e natura ha una valenza sempre attuale (il film risale agli anni settanta del secolo scorso), qui peraltro declinata in toni fantasy in assonanza allo stile del romanziere britannico Tolkien molto in voga a quei tempi .
A fronte di una certa farraginosita' della trama, però , va concesso che l'effetto generale soporifero non prevale proprio per la recitazione di Sean Connery. Ennesima dimostrazione, da parte sua, di essere non solo un tipico sex symbol per il pubblico femminile (vedasi il villoso e nerboruto petto nudo esibito nel film), ma anche di costituire un'icona cinematografica di per sé . Infatti, vedendolo qui nei panni succinti di una specie di bandito maldido messicano con tanto di baffoni, viene quasi da pensare che sia in incogniito per una missione altamente rischiosa per conto di sua Maestà britannica. Come dire che, nella sua sublime eleganza e capacità recitativa, Connery resterà scolpito così nell'immaginario collettivo nei secoli a venire.
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