Anarchico, fuori dagli schemi, avverso alle logiche pubbliciste di Hollywood, provocatore, amante del "low budget", inquieto, genio, pazzo: semplicemente John Carpenter, il cineasta di opere quali "Halloween: la notte delle streghe", "La cosa", "Il seme della follia".
Un nome non particolarmente amato negli ambienti hollywoodiani, che ha sempre fatto discutere per le sue pellicole "scarne" e provocatrici, con quella velata critica alla società americana che gli ha portato molti più nemici che amici. La sua ultima fatica risaliva al 2001, a quel "Fantasmi da Marte" che non aveva entusiasmato più di tanto. A 10 anni di distanza, Carpenter è tornato sul grande schermo con "The ward - Il reparto", dopo aver diretto due episodi per la serie televisiva "Masters of horror".
C'era tanta attesa per il ritorno di un vero maestro dell'horror come Carpenter, ma ad essere sinceri, il lungometraggio in questione non soddisfa tutti coloro che si aspettavano un "Giovanni" in piena forma. Francamente, pur sperando nel "tocco" di Carpenter, già a leggere lo script (curato da Michael e Shawn Rasmussen), qualche dubbio era venuto a galla. Purtroppo la vicenda è di quelle già viste decine e decine di volte e anche in forme migliori: Kristen (Amber Heard) finisce in un ospedale psichiatrico senza un particolare motivo e si ritrova circondata da ragazze che sembrano nascondere qualcosa: stesso dicasi per la struttura ospedaliera, che come da prassi horror del genere, è puntualmente "infestata" da una strana presenza.
A metà tra la ghost story facilotta e il thriller psicologico, "The ward" si segnala soltanto per alcune scene (in particolare quella dove salta l'energia elettrica e la sequenza della doccia), senza per questo farsi notare per altre particolarità. Il cappio che stronca il film di Carpenter è la non originalità del plot, come se il cineasta di Carthage avesse voluto strizzare l'occhio al grande pubblico e allontanarsi da quell'aura di "mostro" della macchina hollywoodiana. Una mossa che contribuisce a rendere il film particolarmente anonimo, nonostante l'inquietante location e la perfezione formale di ogni singola inquadratura.
Una storia già vista (qualcuno lo ha definito come "Shutter island in versione femminile"), delle attrici belle ma non troppo brave e una sceneggiatura interessante ma piatta e assolutamente priva di spunti efficaci. Tutto questo fa di "The ward" un'opera mal riuscita, addirittura brutta per un uomo di cinema come John Carpenter.
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