Con questo film il grande registra più indipendente d'America comunica tutto il suo amore per il cinema e il teatro mischiando questi alla vita: il film parla della storia di una grande attrice di teatro, vissuta per il teatro, sulla cinquantina in crisi con sè stessa e la sua vita che scorre, che si aiuta con l'alcool e le sigarette e che non riesce a interpretare un personaggio di una donna un pò più vecchia di lei e si trova così a dover affrontare i suoi fantasmi, le sue proiezioni di giovinezza e seduzione contro il tempo che passa.

Il film si sposta costantemente dal piano del teatro a quello della realtà, tra ciò che succede sulla scena e ciò che succede dietro le scene, tra le emozioni sul palco e quelle della vita e non è detto che il confine dei due sia così definito: nel film difatti la nevrosi reale di questa donna, che si deve scontare con gli anni che passano e il fantasma di una ragazza morta per lei (che voleva prendere il suo posto e qui si sente una riminescenza di "Eva contro Eva"), viene percepita dall'entourage come una delle solite scenate, dei soliti isterismi da diva mentre lei sta male sul serio. Il teatro diviene la vita: riuscirà la donna a interpretare la commedia, che guarda caso si intitola "The Second Woman"? Riuscirà l'attrice a trovare dentro di sè una nuova donna, una nuova se stessa? Riuscirà a entrare in contatto con sè stessa con la vera parte di sè, nel massimo momento di finzione (che forse però è la verità)?

Ciò viene svelato nello splendido finale che splende, oltre per queste raffinate trame psicologiche, anche per il fascino dell'atmosfera dei teatri di Brodway (splendido anche perchè nella scena finale l'attrice deve recitare questa parte di una donna in conflitto col marito, che guardacaso è stato un suo amante che ora la rifiuta).

Il tutto viene arricchito da una stupenda analisi psicologica dei personaggi, della vivacità di battute e dai continui movimenti di macchina tipici del regista splendidi che ci restituiscono tutto il dramma interno del personaggio (splendido l'inizio e la lotta con lo spirito) dove sia per il regista il movimento è vita e così per la protagonista rinventare, rinnovarsi è vivere.

Buona l'interpretazione di Ben Gazzara e da stato di grazia quella della magnifica Gena Rowlands, moglie e musa del regista.

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