In mezzo ad una sterminata prateria texana, un po’ sperduti, fisicamente e nell’anima, primi anni Settanta, le grandi utopie svanite, interessi economici, consumismo, benessere materiale hanno trionfato sui sogni di una giovane generazione.. L’atmosfera afosa ed opprimente è però ora attraversata da una lieve frizzante brezza, delle nuvole gonfie e maestose si stanno avvicinando da lontano, ci distendiamo sull’erba, l’annusiamo, la tocchiamo, la pioggia incomincia fine a rinfrescare il paesaggio tutto, riusciamo a cogliere ogni singolo filo d’erba rinvigorito dall’acqua che scende sempre più fitta, e anche noi incominciamo a sentirci meglio dentro e fuori..
Un nuovo senso di pace interiore sembra averci riempito la mente ed incominciamo ad ascoltare il suono della pioggia che, una nota diversa per ogni diverso punto in cui cade, crea un elegante alchimia di melodie, le melodie della terra che sta purificando fino alle sue più profonde radici..
Il momento è magico, è una vecchia chitarra che sta suonando i racconti di un popolo, di una parte di mondo, blues di campi di cotone, epici temi country ormai dimenticati..
L’uomo che ora l’accarezza, ora la percuote trasportato da una commovente e infervorata passione sembra conoscere tutto quello che per lì è passato e ce ne sta spiegando i segreti in pura, eterna poesia.. Siamo in pochi, profondamente onorati per ciò che stiamo vedendo, sentendo, vivendo e ci sentiamo sempre più distanti da quel “mondo” che con le nostre mani abbiamo costruito, riusciamo di nuovo a sentire la Natura la sua voce più autentica, ci sentiamo almeno un po’ rinnovati.. Questo è il dono della musica di John Fahey..
Dopo anni di ricerca musicale e una dozzina d’album ha raggiunto un suo linguaggio particolarissimo con una strabiliante capacità “narrativa”, un equilibrio magico nelle sue lunghe composizioni per sola chitarra acustica (“Voice Of The Turtle”, 15:42) che vibra, vivida nelle sue mani con un suono così puro e cristallino, mai sentito, né prima né dopo.. Ora che il folk è diventato “quasi” una moda, con Devendra, Akron Family e soci, spero che, come tutti i più grandi, almeno dopo la sua scomparsa, abbia i meriti che gli spettano, il buon vecchio Blind Joe..
p.s.:
l’edizione da poco ristampata in cd contiene nove pezzi inediti che dovevano far parte del doppio lp concepito da Fahey, uscito poi unico con quattro “soli” pezzi..
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