C'era una volta un gruppo di nome Creedence Clearwater Revival. Incisero sette dischi in cinque anni, dal 1968 al 1972. Entrarono di diritto nella storia del rock a stelle e striscie e anche mondiale. Avevano un leader che di nome faceva John. JOHN FOGERTY era il leader indiscusso e l'autore di tutti i pezzi della band. Per questo suo carattere da despota era visto male dal resto della band, compreso il fratello che ne faceva parte.
Un giorno Fogerty decise di dare spazio nella scrittura dei pezzi agli altri componenti. Incisero un disco "Mardi Gras". Fine della leggenda dei CREEDENCE. Inizio della carriera solista di John Fogerty.
In queste poche righe ho voluto riassumere la leggenda di un gruppo, da cui la musica americana dagli anni '70 in avanti deve parecchio.
La carriera solista di Fogerty non è stata prolifica come quella del suo gruppo madre. Questo che sto recensendo è solamente il suo settimo disco in 36 anni di carriera solista.
Con "Revival" e il titolo lo puo' far capire, il nostro yankee ritorna a certe sonorità che lo resero immortale nei bei anni di inizio carriera. Ma è un ritorno che sa unire benissimo gli amori musicali degli esordi: rock'n'roll, rockabilly, country, blues, swamp e gospel con un'attitudine moderna che a tratti sfiora l'irruenza punk. Ascoltare "I can't take it no more" per crederci. Daltronde con um martellatore come Kenny Aronoff dietro le pelli puo' anche permetterselo.
Se con "Creedence song" compone la perfetta canzone creedence con tanto di autoelogi, con il country di "Broken Down Cowboy" e il rock'n'roll di "It ain't right" sembra di essere tornati indietro di quarant'anni quando nacque un certo modo di fare country-rock.
Il disco puo' dividersi benissimo in due parti dalla traccia 1 alla 5, viaggia su coordinate country per poi esplodere dalla traccia 6 in pezzi rock anche sostenuti come la finale " Longshot" dove pare di ascoltare gli AC/DC con tanto di hammond.
Insomma da un sessantaquatrenne come Fogerty una prova di vitalità incredibile, confermata in sede live, dove il nostro zompetta ancora come un ragazzino. Questa estate dovrebbe passare in Italia per la seconda volta in carriera dopo il tripudio dello scorso anno a Milano. Da non perdere a patto di ignorare il suo caratteraccio. Ma a noi interessa la musica o no...?
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