John Fogerty, classe 1945, l'uomo con la camicia di flanella, è tornato. Fogerty è una dei grandi della nostra musica. Con i Creedence Clearwater Revival è riuscito a dettare nuove coordinate all'american music pur restando, all'epoca, un artista che viaggiava controcorrente preferendo alle mode psichedeliche ed hippie, la riscoperta del suono selvaggio del rock'n' roll targato anni Cinquanta, rivitalizzato con dosi di robusto r'n'b e swamp rock.

Album seminali come "Willy And The Poorboys" e "Cosmo's Factory" sono entrati di diritto tra i capolavori della storia del rock. A testimoniare il suo brillante song-writing rimangono inoltre le sue famosissime canzoni immortali. Canzoni fresche, ballabili, popolari, ricche di riferimenti alla vita di tutti i giorni della classe lavoratrice e alle frustrazioni derivate dalle disuguaglianze sociali. Brani dettati da uno spirito compositivo semplice, che ritroviamo in questo suo nuovo disco e che tiene conto della tradizione musicale americana ispirata tanto dall' Elvis periodo Sun Records quanto da Little Richard o da Hank Williams.

"Revival" segue di tre anni il precedente "Deja Vu" ed è un disco che mischia rock e ballate secondo la migliore tradizione Creedence. I dodici brani sono tutti molto lineari e facilmente memorizzabili. I riff e i refrain sono sempre indovinati, la voce è potente e personale. La ricetta di John Fogerty non è per nulla cambiata negli anni. Nessun arrangiamento strano, innovativo o complicato, tempi brevi e solo tanto e sano swamp rock suonato da una band in stato di grazia, impegnata a proporre suoni puri e crudi. In questo disco John attualizza il suono classico del suo vecchio gruppo con una serie di brani che sembrano provenire direttamente dai vecchi vinili dei Creedence. "Don't You Wish It Was True" è una ballata semplice che mischia rock e country mentre "Gunslinger" è pervasa da una vena melodica elettrica che la rende da subito indispensabile. "Broken Down Cowboy", con i suoi racconti di frontiera e "River Is Waiting" ci introducono in un clima nostalgico ricco di influenze musicali che vanno dal folk al gospel. Con "Long Dark Night", "I Can't Take It No More" e la conclusiva ritmata "Longshot" sale in cattedra il rock'n'roll puro, quello distruttivo che il nostro propone regolarmente nei suoi imperdibili live shows. Un rock sparato alla velocità della luce, onesto e dettato dal drumming spietato di Kenny Aronoff. Molto bella anche la suggestiva "Somebody Help Me", un rock-blues solido come la roccia. Una citazione particolare la merita "Creedence Song", un chiaro omaggio ai bei vecchi tempi di "Born On The Bayou" e "Green River".

"Revival" non è la rivoluzione ma è solo l'ultimo imperdibile atto d'amore fatto da un artista nei confronti della musica. Un'opera che conferma Fogerty come protagonista assoluto e che ci regala un viaggio nel passato in compagnia di un musicista unico, modesto che ha sempre badato di più alla sostanza che alla forma e che è entrato ormai da anni a fa parte della storia della nostra musica grazie ai suoi indimenticabili classici. Ora, aspettiamo solo che qualcuno ce lo porti al più presto in Italia.

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