Proprio quest'anno ricorre il quarantesimo anniversario dell'uccisione, per mano di uno squilibrato, di John Lennon che, fosse oggi vivo, avrebbe compiuto 80 anni. Ed è un'abitudine pienamente consolidata dal 1981, allora primo anniversario dell'omicidio, commemorare e ricordare un musicista tanto importante nella musica del ventesimo secolo, prematuramente morto. Tutto ovvio, soprattutto in considerazione del fatto che nel rock tanti protagonisti sono morti anzitempo, favorendo poi un fiorente filone mercantile connesso al caro estinto, con tanto di ristampe (e non solo) delle opere incise durante la loro vita artistica. Si sa, le ragioni del marketing sono sempre attive ed in buona salute, pressoché intramontabili (così almeno la povera vedova Yoko Ono non cadrà in indigenza). Il rischio, però è di porre su un piedistallo il caro defunto, per farne quasi un santo, se non un Dio. Certamente John Lennon è stato quello che tutti sanno, determinante per l'evoluzione del rock dagli anni 60 in poi. Ma è doveroso anche soffermarsi su quelli che, nella sua esperienza solistica dopo lo scioglimento dei Beatles, si sono rivelati autentici flop musicali tali da far ritenere che avesse smarrito la miglior vena creativa .
Prendiamo proprio il caso di "Two virgins", suo album d'esordio solistico, composto nel 1968 in coppia con l'artista nipponica concettuale e sperimentale Yoko Ono, senza avvalersi della collaborazione degli altri 3 Beatles. Da quando acquistai l'album (in formato cd) molti anni fa , indotto dalla mia radicata propensione a collezionare dischi di vari autori e gruppi rock, non sono riuscito a totalizzare un consistente numero di ascolti di "Two virgins". E questo forse per il carattere ostico di quanto inciso nell'lp? Eppure ho sempre prediletto la musica dei cosiddetti innovatori come Frank Zappa, Brian Eno, Jimi Hendrix, Pink Floyd fino a spingermi verso ambiti più squisitamente jazz con John Coltrane, Miles Davis Keith Jarrett (solo per citarne alcuni.). No, se si tratta di "Two virgins" l'ascolto rappresenta un'impresa proprio ardua, per niente appagante.E ciò pur tenendo conto di tutto il contesto in cui John Lennon incise il disco. Reduce dal viaggio in India inteso ad approfondire, insieme ai colleghi della band , le basi della meditazione trascendentale senza trarne un ristoro filosofico efficace, era alla ricerca di nuovi spunti artistici ed esistenziali che , evidentemente, non rintracciava più nel sodalizio dei Beatles. L'incontro con Yoko Ono, artista cresciuta nel movimento situazionista chiamato Fluxus, risale già al 1966 ma è solo in quel 1968 che i due riuscirono a suggellare un menage sia artistico, sia sentimentale. Il primo album inciso dai due sarà proprio questo "Two virgins " , molto controverso.
In primo luogo, per chi conosce John Lennon come il coautore, con Paul McCartney, di tante canzoni create sotto l'egida dei Beatles, la sorpresa e lo sbigottimento per quanto inciso e contenuto nell'opera furono massimi: un collage sonoro (sulla falsariga di "Revolution n. 9" contenuto nel "White album" dei Beatles dello stesso anno ), senza capo né coda, di tape loops, suoni distorti, accordi strimpellati al pianoforte ed all'organo del tutto casualmente, voci che si accavallano e soprattutto lei Yoko Ono, che si produce in vocalizzi cacofonici spaccatimpani (per questo potrebbe passare alla storia come la peggior vocalist femminile dei passati decenni). E se questo è il triste versante musicale della vicenda, a peggiorare la situazione contribuisce una delle copertina più brutte nella storia del rock : foto fronte e retro di John e Yoko in veste adamitica (certamente non dotati di un certo phisique du role per un servizio fotografico di nudo integrale). Ora passi che in quel 1968, anno ricco di rivolgimenti e stravolgimenti artistici e non solo,, posto in quella decade effervescente e luminosa dei 60, si registrasse anche una dilagante liberalizzazione dei costumi e quindi si teorizzassero pure amore e sesso liberi. Ma pubblicare una copertina come prima descritta mi ha sempre indotto a pensare che John Lennon cercasse in tutti i modi di attirare l'attenzione su un disco d'esordio che, al primo ed ai successivi ascolti, non risultasse poi così consistente. Insomma una goffa iniziativa pubblicitaria per la quale si adduceva una maldestra giustificazione del tipo "i due autori di cotanto cimento sono tali e quali come li vedete, senza orpelli, in presa diretta e sono proprio due vergini autori di musica infinita e diretta" . A pensarlo e sostenerlo in tali fatti due personaggi come John Lennon e Yoko Ono che così dimostravano di avere la faccia come il fondo schiera Sì perché di vergine nulla avevano né dal punto di vista sessuale né da quello artistico e musicale. Dal lato mercantile ci provavano a proporsi (riscontrando in quel momento un autentico flop commerciale).
Sotto l'aspetto squisitamente musicale, invece, quanto riportato sul disco è solo un collage sonoro rumoristico (classificabile come noise music ) che si trascina stancamente per 32 minuti lunghissimi (e non per nulla non mi sento di assegnargli neppure mezza stelletta) . E come si sente l'ascoltatore ben disposto, come il sottoscritto, a prestare attenzione alle peripezie musicali di John Lennon (infischiandosene dell'improbabile Yoko Ono) ? Perplesso sullo stato mentale dei due autori di simile composizione (d'altronde l'uomo John Lennon per le sue azioni è sempre stato un enigma anche per i suoi migliori amici), semmai ben disposto a riscoprire le opere di certi autori sperimentali post dodecafonici come John Cage e Karlheinz Stockhausen (quest' ultimo autore di "Momente" che aveva suscitato un certo interesse in Paul McCartney ai tempi del l'incisione di "Sgt Pepper 's" ). Autori si' di musica colta ed elitaria, ma mai di resa scadente.
Per quanto riguarda invece John Lennon che resta un brillante rocker nel suo genere, è evidente che abbia avviato la sua carriera solistica nel peggior modo possibile avventurandosi con Yoko Ono in ambiti sperimentali che non gli erano congeniali. Successivamente ci fornirà prove ottime ed episodi deludenti (l'influsso esercitato da Yoko su John era certamente nefasto, certi lp come "Some time in New York city " risultano imbarazzanti ). E suscita pieno dissenso quanto sosteneva Lennon quando, ai tempi di quelle incisioni sperimentali come "Two virgins ", lamentava l'incomprensione da parte di critica e pubblico rei di aspettarsi qualcosa all'altezza del suo stile di rocker attivo nei Beatles. Questa sua condizione non è mai stata un ostacolo per quanto da lui realizzato, anche fosse scriteriato e scadente. Semmai proprio il fatto di essere un Beatle è stato per lui un efficace lasciapassare anche per proporre autentiche ciofeche. E resta pur sempre vero che anche i migliori, artisti e non, possono sbagliare almeno una volta nella vita.
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