Altra recensione, altra pietra miliare del rock!
Negli anni 70, il rock era nel massimo splendore: l'affermazione del rock'n roll, l'avvenuta del prog e la rivoluzione del punk. Tra i gruppi più longevi e blasonati di quel periodo spiccano fra tutti i "Moody Blues" che addolcivano la scena rock con bellissime melodie. Ma non tutti sanno che nel 1975 fra gli album "Seventh Sojourn" e "Octave", i due capoccioni Justin Hayward e John Lodge decisero di lavorare insieme in un concept album stilisticamente più sinfonico e prog sperimentale, senza tralasciare ovviamente l'esperienza "Moody Blues".
L'album in questione è "Blue Jays", che allarga gli orizzonti sonori dei due musicisti cercando di emulare quel sound piuttosto raffinato degli "Yes". Secondo la mia opinione, "Blue Jays" rappresenta il culmine massimo dell'esperienza "Moody Blues": difficoltoso innanzitutto perchè per la prima volta i due membri si ritrovano a comporre fuori dal gruppo e con arrangiamenti orchestrali e poi per l'enorme qualità del prodotto che si distingue dai precedenti da una diverso lavoro di chitarra da parte di Justin Hayward, da perfette armonie e da potenti motivetti che rendono il calderone magico.
Le tracce sono 11: "This Morning" è un'appropriata opening track dalla struttura complessa con il clima armonioso e la voce che va mano a mano crescendo, "Remember Me" è superbo gioco di chitarra che distingue le qualità di Justin Hayward arricchito da sparsi coretti, "My Brother" è una bellissima ballad con ottime composizioni liriche e "Night Winters Years" è un esplosione orchestrale con altrettanto finale. Nella parte centrale della suite si trovano le canzoni strutturalmente più complesse che ricordano le composizioni della band e qualche riferimento agli "Yes": "Saved By The Music", "I Dreamed Last Night", "Who Are You Now" e "Meybe"....spettrali, complesse ma molto melodiche.
Questo lavoro mi ha impressionato abbastanza, certamente sembra essere qualcosa di più che un side-project, un completo viaggio emozionale dalle brillanti sfumature e allo stesso tempo dolce ma radicalmente progressive. Si potrebbe considerare un masterpiece, ma alla fine convince ed entra nell'olimpo!
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