John Mayall - Blues From Laurel Canyon (Decca 1968)
Genere: Rock Blues
Quest’ottavo LP di John Mayall è uno dei dischi blues che amo di più in assoluto. Ma siamo sicuri che la musica che fuoriesce da questi solchi si possa definire blues? I brani che si alternano senza soluzione di continuità, pur avendo una sottostruttura che si può ricondurre alle dodici battute, abbracciano variegati stili e influenze.
"Vacation" e "First Time Alone" profumano di psichedelia, percussioni esotiche caratterizzano “Medicine Man” e si arriva a sfiorare il Jazz-swing in “Miss James”. Altrettanto inconsueta la bellissima traccia finale, “Fly tomorrow” che passa da un’atmosfera orientaleggiante, calma e rilassata ad un ritmo incalzante di basso e batteria su cui il giovanissimo Mick Taylor intesse un esteso e splendido assolo di chitarra (non a caso verrà chiamato, non molto tempo dopo, alla corte dei Rolling Stones).
Mayall, come al solito, ci incanta con la sua voce unica e particolare, ma anche con la sua armonica e diverse tastiere. Oltre al citato Taylor alla chitarra, si fa accompagnare da un gruppo ridotto all'essenziale: Stephen Thompson al basso e Colin Allen alla batteria. In “First time alone” la chitarra che a tratti impreziosisce il brano è quella di Peter Green, graditissimo ospite nel disco.
Condivido l’opinione di alcuni critici: l’importanza che ha avuto Miles Davis in ambito jazz, John Mayall l’ha avuta nel blues, in particolare per la scena inglese. Proprio come Miles, John è andato oltre le forme tradizionali del suo genere, ricercando nuove strade. Entrambi, al tempo stesso, sono stati bravissimi talent scout e i musicisti coinvolti hanno fatto tesoro dei loro insegnamenti.
Cercatelo BLUES FROM LAUREL CANYON e poi, magari, passate al successivo THE TURNING POINT. O tornate ai suoi seminali album blues britannici come THE BLUESBREAKERS WITH ERIC CLAPTON ('66) e A HARD ROAD e CRUSADE (entrambi '67). John Mayall se lo merita, e anche voi.
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