Dopo l'ottimo "Trouble No More", disco che assemblava una serie di cover, traditional, antichi blues e folk di protesta, John Mellencamp torna alle amate sonorità rock'n'roll con le quali ci aveva abituati negli anni Ottanta.

"Freedom's Road" è il suo album migliore dai tempi di "Human Wheels", una sorta di "Scarecrow" del nuovo millennio con il quale condivide la scelta di un sound asciutto, essenziale e pulito ancorato ai suoni classici ed elettrici del rock. Un'opera influenzata dai vecchi vinili degli anni Sessanta con le chitarre cristalline degli ottimi Mike Wanchic e Andy York sempre protagoniste ed impegnate a produrre suoni vintage e riff rollingstoniani. Dietro loro una sezione ritmica mai invadente ma comunque precisa e dinamica e il fiddle discreto di Miriam Sturm. I ritmi urbani troppo arrangiati di "Mr. Happy Go Lucky" e l'indecisione soul-rock di "Cuttin' Heads" lasciano il passo ad una musica sentita nella quale John Mellencamp ritrova l'ispirazione, la tradizione e l'orgoglio. Perfino la copertina con le sue vecchie foto ingiallite e i ritagli di giornale, ha un impatto visivo diretto che non può non far pensare alla storica cover di "Exile On Main Street" dei Rolling Stones e alla filosofia musicale e di vita celata tra i suoi solchi. Nelle mani dell'ex Cougar, il rock'n'roll diventa un'arma di ribellione contro gli obblighi assurdi, con la quale difendere la libertà di scelta.

Il disco si apre con "Someday", una canzone di speranza, corale, con le chitarre e le voci in primo piano. Splendide "The Americans", "Our Country", "Forgiveness" e il brano che intitola il disco, canzoni fiere, orgogliose e di grande spessore in cui l'autore non nasconde i suoi pensieri politici e lascia che sia la musica a condurre le sue idee democratiche, poco accondiscendenti con l'attuale amministrazione americana. America che Mellencamp descrive duramente nella folkeggiante "Rural Route" e nella visionaria "Ghost Towns Along The Highway", due tracce che nascondono storie reali e tragiche ambientate nelle città della piccola provincia statunitense. In "Jim Crow" ritroviamo la paladina dei diritti civili Joan Baez a duettare con il nostro mentre la nera "My Aeroplane" e la conclusiva "Heaven Is A Lonely Place", rispolverano sonorità classiche e refrain irresistibili con le chitarre assolute protagoniste fino alla fine.

"Freedom's Road" è un disco con un forte impatto sociale nel quale John Mellencamp non si scorda mai di mettere in primo piano la musica. Una musica legata alle radici, in grado di toccare il cuore e che riporta finalmente alla ribalta un musicista vero ed onesto. Pregi rari di questi tempi.

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