Non si può certo dire che John Mellencamp non sia un artista in grado di stupire il suo pubblico ad ogni sua uscita discografica. Chiunque erroneamente lo giudichi uno scontroso antipatico, una caricatura o una pallida imitazione di Bruce Springsteen, ha compreso poco o nulla di questo fiero ed onesto musicista originario di Seymour, Indiana. Fortunatamente, nel corso della sua brillante carriera, l'ex Cougar ha sempre potuto contare sulla sua coerenza, sul suo idealismo privo di retorica e su uno zoccolo duro di fedelissimi che hanno seguito ogni passo della sua vicenda umana ed artistica con entusiasmo incondizionato e riconoscenza. Se gli anni ottanta, dopo i trionfi artistici e di vendite ottenuti con dischi come "American Fool", "Scarecrow" e "The Lonesome Jubilee", si erano conclusi un po' in sordina con il più riflessivo ma comunque riuscito "Big Daddy", gli anni novanta ci mostrano un John Mellencamp rinvigorito. Un Mellencamp rigenerato da una pausa di riflessione durante la quale il Nostro trova il tempo di dedicarsi a tempo pieno alla pittura e alla progettazione di un film, "Falling From Grace". E' a questo punto che John si sbarazza definitivamente dell'appellativo di Cougar e ritrova la voglia di produrre un album di puro e sano rock'n'roll. "Whenever We Wanted" è questo e non è poco. Una scarica di adrenalina, gli accordi che contano, le canzoni giuste e una band che taglia come una lama affilata e in cui ogni ragazzo sano di mente vorrebbe stare.
Niente di nuovo o di originale, secondo il giudizio di alcuni critici frettolosi, solo un disco di stampo rollingstoniano come lo era stato in passato l'ottimo "Uh-Huh". Naturalmente "Whenever We Wanted" offre ai suoi ascoltatori molti motivi per farsi ricordare. L'iniziale "Love And Happiness" è dura ed incalzante e fornirà l'apertura ideale per lo splendido tour che seguirà l'uscita del disco e che farà tappa anche in Europa, Italia esclusa, con un concerto da storia del rock allo Zenith di Parigi. "Get A Leg Up", "I Ain't Ever Satisfied" e "They're So Tought" sono pezzacci che avrebbero potuto benissimo scrivere Jagger e Richards mentre "Last Chance" e la title track offrono gli unici momenti riflessivi dell'opera. Non mancano poi quella serie di brani che fanno la differenza, quei pezzi che solo i veri fuoriclasse del rock sanno infilare anche nei dischi considerati, a torto, minori. "Now More Than Ever" è una ballata superba grazie alla performance della band e a un ritornello che potrebbe essere l'ideale slogan per una campagna politica. In pratica una specie di "Pink Houses", o quasi. "Crazy Ones" profuma sin dall'inizio di pietre rotolanti ed è piena di stacchi imperiosi mentre la bella "Again Tonight" conclude il disco con un pizzico di classe ed eleganza. "Whenever We Wanted" è sostanzialmente un album tutto chitarra, basso e batteria in cui brillano la splendida sei corde del chitarrista texano David Grissom, proveniente dalla Joe Ely Band e il drumming fenomenale del solito Kenny Aronoff. Un'opera cha al momento della sua pubblicazione, 1991, ebbe un buon riscontro e che segnò il prepotente ritorno di John Mellencamp al solido e sicuro rock'n'roll.
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