Lo so, oggi vanno più di moda i film fantasy tipo "Il Signore degli Anelli", con tonnellate di effetti speciali computerizzati che ti danno l'impressione che l'orribile nazgul cavalcato dall'ancor più orribile cavaliere stia per uscire dallo schermo e divorarti, e penso che tutto sommato sia anche giusto, in un certo senso. Tuttavia non posso non rimanere indifferente ai film più datati, nei quali il mostro era visibilmente un pupazzo mosso da un attore, ma che nella loro semplicità ti fanno passare volentieri le due ore che spendi a guardarli: è anche il caso dei nostrani Maciste, Ercole, Ursus e compagnia, vecchi quanto volete, pacchiani all'inverosimile, forse anche un pò infantili, girati anche con attori incapaci, tutto quello che volete, ma un certo fascino secondo me ce l'hanno.
"Conan il Barbaro" uscì nel lontano 1982 ed appartiene, se vogliamo, a questa categoria di film fantasy "artigianali"; non vedrete effetti digitali mozzafiato o mostri tanto reali da pensare che la pellicola sia stata girata con l'ausilio di esseri deformi ma veri: qui si vedono tonnellate di trucco e di succo di pomodoro, o di vernice rossa. Nemmeno gli attori sono proprio bravi: si tratta infatti del debutto assoluto per l'austriaco Arnold Schwarzenegger, nei panni del barbaro e truce Conan, e di Sandal Bergman, nei panni della bella (sempre de gustibus!) ladra Valeria; anzi, l'unico attore di un certo spessore, il grande Max Von Sydow (è proprio necessario che vi ricordi che ha recitato come protagonista ne "Il Settimo Sigillo" e ne "L'Esorcista"?), è relegato come guest star alla parte secondaria del vecchio e ubriacone re Osric, la cui figlia è stata sedotta dall'oscura religione del serpente dello stregone stigiano Thulsa Doom (James Earl Jones).
La trama è semplicissima, ma sconsiglio di leggerla a chi non ha ancora visto il film, ma se proprio insistete per sapere tutto, eccovi serviti: in breve il piccolo Conan nasce nella lontana e fredda Cimmeria, quasi all'estremo nord del mondo, a sud del Vanaheim, tra gli ultimi avamposti dell'umanità nelle regioni settentrionali, in un'era compresa tra l'affondamento di Atlantide e "il sorgere dei figli di Arios" (come recita la voce del narratore all'inizio del film). I Cimmeri hanno scoperto il segreto della lavorazione dell'acciaio, ma il villaggio del nostro Conan, ancora bambino, viene cancellato da una razzia portata dai Vanir e da altri mercenari al soldo del crudele stregone Thulsa Doom. Il piccolo viene fatto schiavo, poi diverrà gladiatore, viaggerà per tutto quel mondo strano e antico, ma sempre e solo con un unico pensiero nel cuore: vendicare la morte dei suoi genitori. Liberato dal suo padrone, viaggerà in compagnia del ladro Subotai in tutte le terre iboriane, poi nella città di Zamora compirà un furto tale che gli consentirà di fare la bella vita per un certo periodo, di trovare una traccia di coloro che cerca, e non da ultimo di conoscere Valeria, che compie il furto con loro e con la quale inizia una storia. Arrestato insieme agli altri tre per conto di re Osric, accetterà, da solo, di salvarne la figlia, scappata per vivere al seguito di Thulsa Doom, e partirà a cavallo, attraversando monti, deserti e fiumi, sino al luogo nei pressi del mare dove dimora il mago Akiro, che si scopre essere la voce narrante e che gli indica la montagna sacra dove gli accoliti dello stregone stigiano si riuniscono. Arrestato e crocifisso dopo essersi finto un sacerdote del serpente per avvicinarsi ai suoi nemici, viene salvato da Subotai e Valeria, partiti alla sua ricerca e guarito da Akiro. I tre amici cercano allora di rapire di notte la principessa, ma durante l'azione, peraltro riuscita, rimane uccisa Valeria. Sarà tra le rovine antidiluviane che sorgono poco distante dalla dimora di Akiro che Conan e Subotai affronteranno, da soli, tutti i mercenari di Thulsa Doom, in un'epica battaglia che vedrà Conan distruggerli praticamente da solo, in un'orgia di sangue, e recuperare la spada di suo padre, con la quale quella notte stessa, affiancato dalla sola principesa, nel frattempo ravvedutasi, penetrerà nella montagna e porrà fine al culto del serpente decapitando il malvagio Thulsa Doom. FINE DELLA TRAMA!!!
Cos'è che rende bello il film? Innanzitutto l'epica colonna sonora di Basil Poledouris, che sottolinea mirabilmente tutte le fasi del film, poi vengono le fantastiche inquadrature, veramente suggestive, e la generale atmosfera epica della pellicola, nella quale tra l'altro i dialoghi sono ridotti al minimo, per lasciare posto al linguaggio delle immagini.
Consigliato soprattutto a coloro che hanno letto le opere fantasy del grande Robert Erwin Howard, il creatore di Conan, Kull di Valusia e Bran Mac Morn, solo per citare i più famosi; i veri appassionati potranno poi tra l'altro notare come alcuni elementi del film non appartengano al ciclo di Conan, essendo in definitiva ispirato solo generalmente all'opera dello scrittore texano: in primis lo stregone Thulsa Doom è per esempio preso dalla saga di Kull di Valusia e l'episodio dell'accoppiamento di Conan con la strega licantropa è tratto da un episodio del ciclo celtico di Bran Mac Morn. Ah, già, anche questo fantasy sarebbe da riscoprire, il mitico fantasy degli anni 30, che ha preceduto ogni Tolkien ed ogni Terry Brooks.. Per Crom!!
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