Notte, interno di un pullman che attraversa strade statali nella pianura padana e riporta una squadra di pallavolisti a casa dopo una trasferta, sono stanco ma non riesco a dormire: l'occasione è troppo ghiotta.
Nelle cuffie le note (poche) della colonna sonora di "28 giorni dopo", fuori dal finestrino tanta di quella neve così bianca da riflettere le poche luci della notte e da far sembrare tutto irreale: uno pensa alla neve e si immagina montagne, lì non c'è NULLA, solo case qua e là, cartelli stradali illeggibili, alberi i cui rami si piegano sotto il peso della neve... anime vive? non pervenute.
Il tutto mi ricorda l'Eternauta, meraviglioso romanzo a fumetti degli anni '50, che inizia proprio con una nevicata portatrice di morte e desolazione.
Paesi dai nomi improponibili si susseguono, e nelle orecchie si alternano musiche strumentali, minimaliste, alcune sembrano preghiere, con tanto di organo ad accompagnare una voce femminile straziante. Se dovessi fare un paragone sul tipo di musica, citerei proprio l'unica canzone che c'è nel film e non nel disco: "East Hastings" dei Godspeed You! Black Emperor.
C'è spazio per un briciolo di speranza?
Nel film arriva alla fine (ma nel dvd c'è la sopresa del doppio finale...), nel cd pure, nella realtà è affidata a un pastore tedesco che nella piazza di una città è libero dal guinzaglio e salta come impazzito dalla novità, dalla gioia e dalla felicità.
Per la fine del mondo c'è ancora tempo.
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