The Second Coming” del 45enne scozzese John Niven era uscito in edizione originale nel 2011 mentre da noi uscì solo un anno dopo c/o Einaudi.

Bon, sarò breve anche se il romanzetto consta di ben 381 paginette.

Sia narra del ritorno del messia e lo ritroviamo già 32enne che si aggira nei pressi di New York nelle vesti di un chitarrista/cantante di un trio rock che alterna lavori saltuari a concerti in locali qua e là...

Il sipario si apre in paradiso con Dio che rientra dopo una settimana (che corrisponde a diversi secoli nostri) di pesca alle trote e viene aggiornato dalla segretaria sugli ultimi accadimenti nel nostro pianeta semidevastato da quel che sappiamo bene tutti noi che non abbiamo il paraocchi e non la prende esattamente con filosofia, tanto da decidere di rimandare il nostro buon Gesù d nuovo quaggiù a mettere in chiaro le parole del padre.

Non mancano turpiloqui (alla ehm, cialtronius o Ribaldo sempre che qualcuno sappia ciò che intendo...) e nemmeno una sfliza di titoli di belle canzoni che si susseguono fin quasi all'ultima pagina a fare da colonna sonora alla vicrenda.

Il figlio di Dio ricalca bene o male un deja vù ma moderno o contemporaneo attraversando un'America cercando fortuna e fondando una “comune” in compagnia degli “ultimi” fino a provocare le ira di un predicatore figlio di predicatore a cui non sta molto bene la lieta novella messa in pratica con l'esempio da questo povero Cristo.

Ah sì avevo promesso di esser breve e così sarà, in paradiso non mancano incontri con personaggi a noi noti primo fa tutti Jimi Hendrix amicissimo di Gesù con cui spartisce accordi strimpellati e canne d'erba di qualità superiore a quella migliore che gira qua nel nostro pianeta...

E niente, il racconto denuncia i mali del nostro secolo, cercando di far prevalere l'idea che l'unico rimedio risieda nell'unico difficilissimo (per noi) comandamento di Dio e cioè “Fate i bravi”...

p.s. Non mancano puntate all'inferno con un semisoddisfatto Lucifero che ci fa da cicerone

Carico i commenti...  con calma