"Perché i Led Zeppelin non erano influenzati da John Paul Jones?!" così rispose alla classica domanda inutile (erano passati "solo" 19 anni!). Jonesy sarà pure sempre stato il più tranquillo e quello che lasciava (volentieri) ai tre compagni le luci della ribalta ma pochi conoscono il suo senso dell'umorismo. In questa frase, più che il suo innato humor, si denotano però la consapevolezza del proprio talento e delle qualità di musicista immenso che l'ambiente gli ha sempre ampiamente riconosciuto.
La morte dell'amico e compagno, l'inevitabile e quanto mai giusta (peccato non l'abbiano fatto pure altri!) decisone di mettere fine ai Led Zeppelin, fu ovviamente uno shock per tutti. Ma mentre Page e Grant non si riprenderanno mai del tutto per la fine della loro creatura e Plant si immerse nella sua carriera solista come un fiume in piena, John Paul prese le cose con relativa calma. Della serie "se devo fare cose tanto per fare, non esiste", guardiamoci attorno e valutiamo.
Oltre alle svariate collaborazioni in dischi di altri, Jonesy fa uscire un paio di album solisti tra il 1999 e il 2001. Io non ricordo all'epoca, ma sinceramente non mi sembra abbiano avuto molta visibilità e/o successo di pubblico.
Peccato, perché "Zooma" è un album veramente notevole.
Un album nello stesso tempo vecchio nella forma ma con sonorità moderne. Il disco scorre che è un piacere, finisce e si deve riascoltare subito perché tanta roba merita un approfondimento immediato. Un suono potente, incalzante, tecnologico, scuro, ossessivo. Basso e batteria a manetta e pochissima chitarra. Una batteria che non ti da respiro e il basso suonato in tutte le varianti possibili (a voi i tecnicismi). Jonesy ha collaborato con Fripp e si sente; non e' per niente una bestemmia dire che ci troviamo di fronte ad un mix stupendo dei King Crimson più cupi e i Led Zeppelin di Physical Graffiti e di Kashmir. Nove brani strumentali: sette che ti spaccano dentro, un folk orientaleggiante sballato con John al mandolino e un pezzo (forse l'unico evitabile) con la sola sezione ritmica ed il basso in evidenza.
La batteria di Pete Thomas ( Elvis Costello) per tutto l'album (tranne un pezzo) non perde un colpo, e' assillante, non ti lascia scampo, il suo incedere e' perfetto. Poca chitarra ma devastante, suonata da Jones ma soprattutto da Trey Gunn (allievo di Fripp – King Crimson anni 90) nei due pezzi in cui spadroneggia.
Jonesy è il solito Maestro, arrangiamenti impeccabili, basso super lusso.
Uno di quegli album andati persi (o no?!) e che e' un gran bene recuperare.
Volevo anche segnalarvi un paio di brani, ma ne ho segnati otto su nove e ovviamente farebbe ridere.
Mettete a manetta e ascoltate tutto d’un fiato!
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