Non servono troppi giri di parole per inquadrare il personaggio John Tavener. Una musica, la sua, quasi del tutto ispirata da tematiche religiose; un linguaggio estraneo alle tecniche più radicali sviluppate nei decenni scorsi: Tavener, nato nei pressi di Londra nel 1944, appare come un compositore singolare nel panorama contemporaneo.

Questo doppio cd antologico, pubblicato dalla EMI Classics, ce ne offre un ritratto. È sufficiente, come si diceva, leggere i titoli dei brani per avere un primo indizio della musica che qui si incontra: "Angels". "Annunciation". "Hymns of Paradise". "God is With Us", e via di questo passo, per otto composizioni scritte tra il 1985 e il 1993.

Il brano in apertura, "The Protecting Veil", si rifà alla festa cristiano-ortodossa del Velo della Protezione della Madre di Dio: una delle feste più importanti dell'anno liturgico di rito ortodosso, trasformata da Tavener in un vasto affresco (45 minuti) per violoncello e orchestra d'archi. Brano che tuttavia non trovo convincente, troppo lungo e un po' monotono nell'affidare solo al violoncello, che rappresenta la voce stessa della Madonna, i vari temi melodici.

Meglio il successivo "The Last Sleep of the Virgin", per quartetto d'archi e campanelli, che in 24 minuti risolve con più forza l'aspetto mistico-estatico grazie a sonorità trasognate e al riverbero naturale indotto dalla registrazione del pezzo in una chiesa del Surrey.

A questi due brani strumentali nel primo cd, si contrappongono sei brani corali nel secondo cd. Qui il coro della Cattedrale di Winchester viene impiegato in varie soluzioni: assieme all'organo (in "Angels"), a cappella, cioè senza accompagnamento strumentale (in "Annunciation"), associato a voci soliste di soprano ("The Lament of the Mother of God"), di tenore ("Thunder Entered Her") o di basso ("Hymns of Paradise"). Insomma, una notevole varietà nelle combinazioni di organico, ed è in alcuni di questi brani che emerge la musicalità tutta particolare di Tavener, che negli esiti migliori riesce talvolta a emozionare.

Inevitabile il parallelo con la musica di Arvo Pärt, altro compositore che nel misticismo ha trovato la sua fonte d'ispirazione. I pareri su queste due figure sono molto discordi: venerati (è proprio il caso di dirlo) da alcuni, noiosi per altri.

Personalmente preferisco Pärt, i cui risultati trovo di solito più profondi e coinvolgenti di quelli di Tavener. Ma quest'ultimo non va comunque sminuito. John Tavener è un compositore poco appariscente a un primo ascolto, la cui musica ha bisogno di riflessione e raccoglimento per essere recepita. Chi è disposto a un atteggiamento interiore di questo tipo, potrà trovare in essa i propri motivi di soddisfazione.

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