Nel lontano 1992, il guru dell'action movie John Woo, allora poco celebre in Occidente, dà alla luce quello che sarà l'ultimo lavoro (e capolavoro) della prima fase della sua carriera, quella "hong-kongiana", alla quale seguirà quella "americana" delle grandi produzioni e più grossi budget (che raggiunge il suo culmine con il ben noto "Face-Off"): "Hard Boiled", pellicola protagoniste della quale sono le materie più care al maestro cinese, ossia crimine e azione adrenalica.
Il setting è, come tradizione nella prima fase della produzione di Woo, Hong-Kong, nella sua notturna, rumorosa, luminosa realtà; questo lo sfondo su cui, tra quartieri malfamati e strade affollate dalle appariscenti insegne, si stagliano le vicende dell'hard-boiled del caso, l'ispettore "Tequila" Yuen, interpretato da un convincente Chow-Yun Fat. Il background dei personaggi, così come la trama, attingono a piene mani dalla letteratura del genere: il detective, single (ma innamorato) sulla quarantina, grilletto facile, onestà e lealtà davanti a tutto (propria incolumità compresa, chiaramente), una vena di cinismo; il capo, burocrate impegnato più a discutere i metodi dei suoi uomini che a combattere il crimine; i compagni, pronti a morire per la causa, fino all'ultima pallottola; e infine i criminali, i cattivi, quelli che hanno scelto la via più facile, la cui assenza di scrupoli può essere sconfitta solo con l'estrema tenacia di chi ancora è disposto a combattere per degli ideali. L'atmosfera che si respira, nei dialoghi sintetici, ricchi di frasi ad effetto, e nell'alternanza tra questi e le scene d'azione, è quasi fumettistica; e in tale ottica va letta l'interpretazione degli attori, umana ma priva di drammaticità, e lontanissima dalla tamarraggine imperveresante nel cinema d'azione di matrice americana. La vera arte qui è però il lavoro di regia: in particolare la maestosa coreografia delle sparatorie, nelle quali la perizia e il talento di Woo si manifestano del tutto, dall'efficacia delle inquadrature allo studio dei particolari e dei singoli espedienti, elementi che diverranno col tempo importanti influenze delle produzione successive del genere. Il ritmo adrenalinico dell'azione è sapientemente dosato e inframezzato dai momenti dialogici, caratteristica che contribuisce a far scorrere la visione senza che la noia sopraggiunga mai e senza rendere ingombrante la presenza di lunghe sparatorie e scene movimentate.
Inoltre, doveroso precisare, pellicola ispiratissima dal punto di vista paesaggistico: mai nei successivi lavori il regista catturerà così bene l'essenza del mondo dove la storia si svolge, nella resa della quale il setting di cui sopra, la sua natale Hong-Kong, gioca un ruolo chiave.
In sostanza, "Hard Boiled", oltre che essere un capolavoro del proprio genere a livello tecnico, è un'opera con una propria originale personalità, basata su un mondo molto ben reso e interpretato, e risulta svilupparsi in modo semplice, spontaneo, e godibile, tutte caratteristiche che dovrebbero caratterizzare un film divertente.
Caldamente consigliabile ovviamente ai patiti del genere, essendone il titolo in questione una pietra miliare, e a chi non disdegna un'ora e mezza all'insegna dell'adrenalina e del divertimento; meno caldamente, a chi predilige il dramma e la sceneggiatura copiosa, ma anche per loro questo ritengo sia un mondo per il quale valga la pena transitare, zig-zagando tra le pallottole qua e là..
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