La Divina Commedia Di John Zorn: Paradiso
Nella recensione precedente dicevo come, in un'ideale divina commedia zorniana solista, "IAO" fosse l'inferno. Ecco. Se dovessimo trovare la sua controparte paradisiaca, allora, sarebbe sicuramente "At The Gates Of Paradise".
Un disco che ripropone sin da subito, in chiave sonora, vallate dell'Eden, con fiumi di latte, giardini fioriti e arcobaleni che prendono il posto di ponti. Un disco che, in quanto a descrizione del relax e della bellezza fa venire in mente, l'altro ideale paradisiaco tassello zorniano: il bel "The Goddess: Music For The Ancient Days").
Un disco piacevolissimo, ben suonato e arrangiato. Lontanissimo dagli apici folli per cui Zorn è universalmente conosciuto: niente grindcore, esplosioni di jazz malato dentro o battaglie noise scassatimpani. Ma non c'è nemmeno la tendenza, anche quella folle, di cimentarsi in bozzetti jazz da sala d'aspetto (l'album "The Dreamers" ne è un esempio).
Stiamo parlando di un lavoro omogeneo, curato, accademico, che rifiuta eccletismi o cambi d'umore, dove il cuore del disco è un jazz calmo, rasserenante, romantico (non a caso stiamo parlando di un'opera ispirata alla figura di William Blake, poeta e pittore cardine del romanticismo).
Tra le cullanti e carezzevoli note di piano (di John Medeski) che accompagnano il disco, c'è un rifiuto radicale di ogni tipo di violenza (che per molti fanatici dei Naked City potrebbe anche sembrare inaccettabile) in favore di una ricerca ossessiva di redenzione, speranza, serenità. Un'ideale quiete dopo la tempesta, in grado di regalare brani ancora una volta meritevoli: l'opener "The Eternals", un emozionante crescendo che riesce anche a struggere e l'innocenza pura di "Song Of Innocence" ne sono solo due esempi.
Equilibrato e meticoloso, "At The Gates Of Paradise" è ancora un ottimo mattoncino che costituisce quell'enorme castello di quattrocento piani che è la discografia sterminata di Zorn. Consigliato a chi non ha ancora trovato il coraggio di approcciarsi ai suoi capolavori estremi e vorrebbe conoscere questo genio tramite le sue stasi più tradizionali.
Per tutti gli altri: viaggi onirici (ma ricordiamolo: carezzevoli, romantici, rassicuranti) assicurati.
Carico i commenti... con calma