Masada è una raccolta di circa 200 pezzi composti dal musicista John Zorn; è un'impresa che rasenta l'incredibile, sembra impossibile che una sola persona in poco tempo sia riuscito a sfornare un numero così incredibile di pezzi e di una tale qualità. L'idea fondamentale del progetto è di partire dalle scale della musica ebraica e da là far evolvere un percorso musicale che ricalca quello del jazz.

La formazione originale comprendeva John Zorn al sax alto, Dave Douglas alla tromba, Greg Cohen al contrabbasso e Joey Baron alle percussioni; le composizioni sono apparse per la prima volta sotto l'etichetta giapponese DIW in una serie di ben 10 dischi. L'interpretazione era in chiave abbastanza free; il paragone più vicino che riesco ad immaginare, per altro molto riduttivo, è Ornette Coleman che suona in un'orchestra Klezmer. Il presente doppio album presenta un arrangiamento per orchestra da camera di molti di questi pezzi. L'effetto è quello di rendere ancora più manifesto il talento compositivo dell'autore, che nelle precenti versioni era forse messo un po' in ombra da lunghe improvvisazioni (per altro di ottima qualità) a tratti un po' hard-core per l'orecchio non abituato al free.

Tra le altre composizioni spiccano per esempio Abidam, Mashav, Param, Bikkurim. Ma in realtà è solo un'idea mia perchè in ogni pezzo sono nascoste gemme poco evidenti al primo ascolto. Quest'album, al contrario di molti altri di Zorn, segue più o meno le leggi dell'armonia tradizionale e piacerà anche a persone non abituate ad ascoltare jazz o musica "d'avanguardia". L'impressione che ho avuto con questo disco è quella di ascoltare un nuovo Bach o un nuovo Mozart redivivo che in più conosce a menadito praticamente ogni genere musicale contemporaneo.

I musicisti sono naturalmente tra i migliori della scena di New York, Marc Feldman al violino, Erik Friedlander al violoncello, Greg Cohen al contrabbasso, Anthony Coleman al piano, Marc Ribot alla chitarra e molti altri ancora. Per chi non conoscesse Masada, è una delle migliori introduzioni, assieme a "The Circle Maker". E Masada non è solo un canzoniere, è in pratica un vero e proprio genere che merita un sacco di notorietà in più di quella che ha adesso.

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