Una ulteriore reinterpretazione di pezzi scelti dal canzoniere Masada. La particolarità è che stavolta la lettura è affidata alla sola chitarra, ispirandosi validamente alle letture classiche di Segovia. Aliti di brezze, tramontane, uragani che si rincorrono sull'agile manico delle sei corde. Chi l'ha detto che una chitarra possa eseguire una sola linea melodica e che non possa esercitare il contrappunto? Ne abbiamo infatti una riprova qua davanti.
L'arcangelo Zorn ha scritto sulla carta le formule magiche. Tre grandi sacerdoti contemporanei sfoggiano il loro talento di arrangiatori. Nell'ordine di apparizione monsignor Bill Frisell, sua santità Tim Sparks, sua eminenza Marc Ribot. Officiano e celebrano il rituale-Masada. Lo dice il booklet, citando "the book of the Angel Raziel":
"Siate come una stella dei quattro spiriti del mondo e siate senza desiderio. Vagate nel mondo senza il desiderio di pronunciare il nome di ogni spirito. Laggiù manifestatevi improvvisamente e lavorate come è di vostra inclinazione. Riuscite in ogni atto e lavoro, pur tuttavia lavorando nella purezza."
A questo punto è inevitabile che la magia si compia. La musica in fondo è un processo alchemico-mistico, i nostri spiriti eletti lo hanno ben capito.
In "Bar Kokhba", grosso modo alla fine del secondo CD, Marc Ribot suona una versione per sola chitarra di "Mochin". Questo album in un certo senso sviluppa a fondo quell'idea per altri pezzi. Ricordo che Masada è un canzoniere immenso (praticamente un Real Book...) e quindi per i nostri tre eroi c'è solo l'imbarazzo della scelta. E' interessante confrontare le riletture con altre esecuzioni Masada, per esempio con quelle del quartetto originale o del gruppo Bar Kokhba. Il tono generale è più sommesso ed intimista. Certi pezzi, come "Kanah" per esempio, acquistano una grazia nascosta. Altri, come "Hodah", prendono un piglio romantico. Le dolci malinconie di "Abidan" culleranno i vostri sogni. Le inquietudini elettriche di "Katzatz" anticipano quello che sarà l'Electric Masada e sembrano riprendere in chiave Klezmer il discorso interrotto da Miles Davis con "Bitches Brew". Echi di avanguardia in "Kisofim".
Un po' sorprende che Marc Ribot, che probabilmente conoscerete nella veste di chitarrista di Tom Waits, di Elvis Costello e pure di Vinicio Capossela suoni così bene pure la chitarra classica. Questo album tra l'altro ha il notevole pregio di mettere assieme tre tra i migliori chitarristi contemporanei. Un po' come a suo tempo per il flamenco lo è stato il trio Di Meola, Mc Laughlin e De Lucia ai tempi di "Friday Night in San Francisco". Questo in un certo senso ne è l'equivalente Masada.
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