Il termine che ricorre quasi sempre per descrivere questo genere di cose è "minimalista". Allora diciamo così, questa è musica minimalista, d'accordo. Un altro termine che va molto di moda è "ambient". E dai allora, questo cd è musica ambient. Così abbiamo dato soddisfazione a chi vuole sapere qualcosa del cd in sé, di quello che trattiamo, insomma.
Ma visto che Zorn scrive musica praticamente inclassificabile, tutto questo crolla. Le emozioni, i suoni remoti, gli istinti primordiali che evoca non possono avere una classificazione. Il fatto è che qui è difficile parlare persino di musica.
Certo, la smisurata produzione di Zorn ha dei dischi che possono molto più facilmente riconoscibili, e soprattutto molto "musicali". Basti pensare a tutte quelle opere contaminate dal jazz (va bene, un jazz malato, ma è sempre jazz), le storiche "Naked City" tanto per citarne, oppure i sound tendenti al thrash, come i recenti "Astronome" o lo splendido "Six Litanies For Heliogabalus", e i dischi più tendenti al classico (che anche qui, proprio classico non è, giusto?).
D'accordo, ma di fronte a lavori come "Redbird", cosa diciamo? Cosa si può dire di Dark River, un pezzo di 9 minuti di sole, bassissime, percussioni? Questa non è musica. Questo è un ritorno alle origini, appartiene a un contesto molto precedente alla "musica". Il senso del ritmo, la ricerca dell'emozione pura. E' un battito leggero e drammatico, un palpito che ci suona familiare. E' quello del nostro cuore. Che altrettanto drammaticamente scandisce gli attimi prima di fermarsi.
E poi la title track, Redbird. Macché track, macché titolo, non contano. Provate ad ascoltarlo. Ma ad ascoltare solo quello. Sì, sono 40 minuti. 40 minuti che riescono a tenervi sospesi, a farvi ondeggiare fra quelle "minimali" note, che apparentemente rimangono uguali per tutta la durata. Alla fine del brano, vi troverete esattamente lì, dove l'avevate iniziato, con la stessa espressione di prima. Ma ad occhi aperti, mossi da un'inquietudine allarmante.
Cosa significa minimale? Cosa significa ambient? Preferisco descriverlo come un disco essenziale. Essenziale nella costruzione, due tracce e poche, pochissime note. Essenziale per chi Zorn non lo vede come uno scrittore fallito e perso in sperimentazioni, bensì come una sorta di genio. Essenziale per riscoprire le radici umane e la prima emozione che l'uomo ha provato, la paura.
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