Quando registrò questo album, Johnny Cash era un uomo malato ormai da tempo. Cos’è che faceva andare avanti questa leggenda ormai minata nel fisico dal morbo di Parkinson e da gravi problemi ai polmoni? Una risposta viene sicuramente da questo CD, il quarto sotto la produzione di Rick Rubin.
La cosa strepitosa è che Johnny se la sapeva cavare alla grande in ogni pezzo che interpretava, sia nei suoi brani classici, sia in composizioni di autori all’apparenza agli antipodi del suo stile e della sua sensibilità muscale. Avreste mai pensato di ascoltare l’uomo in nero cimentarsi con pezzi dei Nine Inch Nails o dei Depeche Mode?

In questo grande disco accade anche questo e la cosa si verifica con due fra i brani migliori dell’album, "Hurt", e "Personal Jesus", brano questo rivoltato come un calzino e trasformato in un blues, a mio parere una delle cose più belle uscite in ambito rock nell'anno di grazia 2003. Non mancano i recuperi dei traditionals americani, come nel caso di "Streets of Laredo" o di "We’ll Meet Again", il Johnny più classico. C’è anche una composizione del cantautore Ewan McColl, una particolarmente tormentata e sofferta "First Time I Ever Saw Your Face". La collaborazione con Nick Cave frutta una cover degli ZZTop, "I’m So Lonesome I Could Cry", in un duetto da applausi, altri grandi recuperi una strepitosa versione di “Desperado” degli Eagles, e una "In My Life" dei Beatles che non fa assolutamente rimpiangere l’originale.

Una delle abilità di Johnny era quella di rendere eccezionali canzoni magari all’origine non particolarmente brillanti (le due succitate non sono certo, a mio parere, tra le migliori dei Beatles e degli Eagles), e di dare al tutto un tocco di grandezza con la sua particolarissima voce e semplicemente con la sua chitarra. Si fa comunque notare anche il grande lavoro di produzione di Rick Rubin, i suoni del disco sono quanto di più cristallino si possa ascoltare in un disco di rock (secondo me definire questo disco semplicemente "country" sarebbe alquanto riduttivo).

La voce malata e sofferente di Johnny dà i brividi in ogni sua sfumatura. Questa voce e questa chitarra, uniche e indimenticabili. In definitiva un grande album, soprattutto per chi desidera qualcosa che la musica dovrebbe dare, ma purtroppo spesso non dà: emozioni!

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