Non è un segreto che Johnny Marr lontano dagli Smiths si sia sempre espresso a livelli ben lontani da quelli del suo innato talento.
Tralasciando inutili parole su quanto la band di "The Queen Is Dead" sia stata importante nel panorama musicale e limitandoci a ricordare come il ruolo del buon Johnny fu fondamentale almeno quanto quello del trascinatore Morrissey, dobbiamo constatare come il chitarrista negli anni '90 abbia sempre faticato nel trovare la giusta collocazione degna del suo nome.
Gli Electronic sono sempre stati un side-project, Sumner appena ha potuto si è rigettato anima e corpo nei New Order, le vesti di session man (con The The e Talking Heads) erano un passatempo e quelle di produttore un esperimento mai realmente riuscito.
Ora, reclutati altri due desaparecidos del rock britannico quali Alonza Bevan, ex bassista dei defunti Kula Shaker e Zak Starkey, figlio del leggendario Ringo Starr nonché esperto session man con gli Who, Marr tenta di riproporsi confezionando un album in puro stile brit-pop che non solo sembra giungerci in netto ritardo, ma dà l'impressione che se fosse uscito, buttando una data a caso, nel 1995 non sarebbe stato sicuramente tra i migliori in circolazione.
"Caught Up" potrebbe essere perfetta per "Heathen Chemistry" degli Oasis, fate attenzione questo non è assolutamente un complimento, "Down The Corner" fa il verso ai Charlatans mentre ascoltando "Long Gone" non possono non venire in mente i compianti Stone Roses.
Questi sono solo alcuni esempi per dimostare come quest'album sia pieno di imbarazzanti riferimenti a band più o meno note del recente decennio di brit rock.
Suonato senza dubbio in modo impeccabile, ci mancava solo che Marr si fosse scordato come si usa una chitarra, ma cantato in modo piuttosto anonimo, "Boomslang" è un album fuori tempo massimo, un'inutile espressione di un genere apprezzato nei pochi anni di vita ma mai tanto rimpianto una volta esaurito.
Pensando agli Smiths e alle band britanniche degli anni '90 influenzate dal sound di Morrissey e soci possiamo affermare che mai nessun alunno superò i maestri, se viceversa rivolgiamo l'attenzione agli Healers ci accorgiamo come Marr con "Boomslang" abbia citato, copiato, scimmiottato quegli stessi gruppi inglesi che nemmeno un decennio fa aveva contribuito a svezzare.
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