Alberobello, ridente cittadina della valle d'Itria famosa per i suoi Trulli diventa d'estate location ideale per dei concerti. L'edizione di quest'anno del festival Experimenta proponeva un appuntamento imperdibile: Jon Spencer col nuovo progetto Heavy Trash.
Ecco una breve cronaca di quanto accaduto quella sera.

Mi metto in viaggio da Bari con un gruppo di amici e arriviamo alla fine dello show dei Recchiabilly, il gruppo spalla, giusto il tempo di infilarsi nella folla, e la band sale sul palco e comincia a suonare.
Il suono è grezzo, diretto, sul palco pochi microfoni aperti, luci essenziali e il pubblico vicinissimo.
Quelli della banda non si risparmiano e propongono un misto di rhythm n' blues e rock and roll e la platea sembra rispondere veramente all'unisono, si balla, c'è chi poga.
Mr. Spencer ha carisma da vendere, dalla sua posizione laterale domina con la sua presenza scenica tutto e tutti, fa dei cenni al batterista che deve intuire ogni suo guizzo, specie quando il gruppo si lancia in una serie di brani improvvisati.
Matt Verta-Ray, impegnato all'elettrica si alterna a Jon Spencer e canta alcuni brani.
Il pubblico è stregato, anche quando la voce si fa all'improvviso roca e graffiante grazie all'intervento divino di un distorsore venuto da chissà dove, i timpani perforati dall'impianto poggiato a pochi metri da noi non sono una scusa sufficente per indietreggiare.
Jon poi scende tra il pubblico, la gente gli si accalca, ma il tour manager fa segno agli uomini della security che è tutto ok.
Mr. Spencer sembra voler parlare al mondo intero dal suo microfono, ma prima vuole che tutti quanti si abbassino, sembra incredibile, il nostro ripete al microfono "get down, get down..." e la gente si abbassa ordinatamente, anche i ragazzi che gli si sono incollati addosso e che non lo lasceranno andare via facilmente...
Finita la scaletta gli Heavy Trash fanno finta di uscire dal palco ma giassànno che la platea non ne ha ancora abbastanza...
Rientrano allora per i bis e c'è spazio per tutti, anche per il contrabbassista, che sfoggerà una voce potentissima e denti marci da galeotto.
Jon elegante anche quando si disseta bevendo Birra Raffo (!!!) da una bottiglia da tre quarti ci tiene a presentare anche il fonico, che dalla sua postazione in sala contribuisce suonando chitarra e sintetizzatore.

E dopo il concerto?

Il pubblico ormai libero da ogni tipo di freno inibitorio invade il palco per accaparrarsi tutto il merchandising in vendita, mentre il servizio d'ordine si guarda perplesso e impotente.
Gli sfottò dei ragazzi del service ormai sbronzi inviati ai loro colleghi impegnati a smontare il palco vengono diffusi dall'impianto, si respira una certa anarchia.
Ma non finisce qui, di ritorno da una sosta birra-panino, scopriamo che nel backstage è iniziata una jam session che durerà per ore, insieme a Jon Spencer e alla sua band, i ragazzi del gruppo spalla ed un ospite in incognito (Vinicio Capossela) danno vita ad un evento nell'evento, tutti invitati, tutti coinvolti, tutti uguali. E stavolta le riprese fatte col videofonino sembrano veramente un operazione senza senso, bisognava esserci e basta.

Carico i commenti...  con calma