Ora questi quattro svitati mettono 12 canzoni in un vinile e lo rendono un gioiellino. Suonano (suonavano, suonarono) cowpunk con vere punte hardcore e un'ironia dissacrante quanto divertente. I pezzi lenti e più tradizionalmente country sono appestati dall'ubriachezza mentre Jon Wayne, l'eroe western per eccellenza, gracchia sardonico facendosi gran beffe dei texani, del texas e più in generale d'un modo d'essere americani troppo stereotipato. C'è da dire che è anche in gemme come questo disco che si comprende quanto la scena punk californiana degli anni ottanta fosse eclettica e anticonformista. I Minutemen e la SSt, i Gun Club, i Dead Kennedys e le bands di San Francisco, fino ad arrivare al Texas coi Dicks, Butthole Surfers etc... Jon Wayne nel panorama punk dell'epoca è perfetto: un gruppo eclettico, una banda di cialtroni, canzoni deliranti e deliziose, a modo loro naif. "Texas Cyclone", quarta canzone del lato a è un country elettrico e distorto sparato alla velocità dell'hardcore, dura 33". Roba da pazzi. Meravigliosi.
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