Dal fumetto al cinema, dal web alla realtà. . .

Questo The Punisher (2004) del regista Jonathan Hensleigh, è un film ispirato ancora una volta da un fumetto Marvel, un film che ovviamente, per tutto il tempo che ha resistito, non andava ovviamente interpretato per la realtà del suo autore ma per l’esagerazione del personaggio in quanto personaggio parodistico era.

E questo, bisogna dirlo, POCHI l’hanno capito. Quanti uscendo dal cinema avrebbero mai detto: Ehi, ma quel Thomas Jane (l’attore) spara a tutti…bisogna arrestarlo!!.
Nessuno eh? Ma invece su internet le cose, evidentemente, funzionano diversamente… Ma non divaghiamo… un film d’azione abbastanza classico e pieno di luoghi comuni, che ha sparato cazzate, esagerato a più riprese e che ha rotto le palle abbastanza frequentemente (sfido a trovare chi sostiene il contrario!).

Un film spesso pieno di boria, stronzo, ipocrita, egocentrico, bugiardo, esagerato, misogino, disonesto e spesso ambiguo, ma quello che pochissimi hanno capito era il fatto che fosse pur sempre l'incarnazione di un personaggio di un fumetto e che, raschiando la maschera/corazza, avesse “una grande umanità” di fondo.
Oh beh, a furia di indossare i suoi panni lo stesso attore (Pietro/Thomas Jane) si era ormai quasi identificato con la sua creatura, tanto che ormai da qualche tempo dava segni di punisherismo anche al di qua del mondo internettiano dove il personaggio viveva. Non di rado ormai Pietro (attore e autore al tempo stesso) se ne usciva con frasi acide, volgari e violente anche con i suoi familiari o con i colleghi di ufficio più vicini, col rischio di grosse incomprensioni e di accollarsi un odio viscerale anche nella vita reale.

Un film, in fin dei conti, che poteva sicuramente essere gestito meglio dal suo creatore e che, pur salvaguardando l’idea, andava chiuso prima di vedersi ridotto a triste commentatore ormai acido e stanco, caricatura stessa di quello che è stato (lo chiamo Effetto Bagaglino).
Ma anche un film che, per chi ha saputo leggerlo tra le righe, ha dato momenti di simpatica comicità con sprazzi di lucida follia, offrendo qua e là simpatia e affetto a quel piccolo gruppetto di spettatori/utenti ormai affezionati a quelle boutade eccessive e grasse che disseminava tra le varie rece, suscitando vere e proprie diatribe verbali sui più disparati argomenti.

Un film che sarebbe forse interessante da analizzare sotto l’aspetto psicologico del suo creatore/interprete ma temo che ci addentreremmo in meandri davvero poco raccomandabili e non certo analizzabili coi pochi strumenti della “razionalità” e del “buon senso” normalmente applicabili ad altri Casi Umani. Un film che, al di là dei demeriti, ha incarnato la “parte peggiore” di tutti noi, passando dallo stronzismo massimo alla più bieca falsità, tradendo perfino l’amicizia di alcuni che in qualche modo e nel tempo lo avevano sostenuto. Oserei definirlo: un polo catalizzatore dei più bassi istinti racchiusi in ognuno di noi. Un polo con una caratteristica esorcizzante funzionale che i più non hanno capito fermandosi semplicemente alla parte superficiale di prima lettura che ne veniva fuori.
Un film esagerato e volutamente irritante (il film è d’azione eccome, ma qui invece sembravano volare solo chiacchiere e offese spesso gratuite) e incoerente come pochi, che peraltro continua a sopravvivere, nonostante le numerose polemiche, grazie al blog a lui dedicato.

A poco sono servite la sceneggiatura, spesso esilarante e folle, la presenza di John Travolta o il vissuto del personaggio Marvel reso molto più efficacemente su carta che non su pellicola.
Insomma… un film che poteva essere una bomba e invece si è ridotto a poco più di un filmetto di action-movie di serie B: né carne né pesce.

Sconsigliato agli animi troppo sensibili, a chi cerca conforto, approvazione e lodi e a chi reagisce d'impulso alle provocazioni. :-)))

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