Quante sono le cantanti che nell'ultimo secolo hanno contribuito all'evoluzione della musica? Secondo una recente ricerca pare siano molto numerose - si parla di oltre duecento - tra interpreti conosciute e meno note. Ma quante sono le cantanti, nonché autrici, compositrici, musiciste, che hanno lasciato un segno indelebile tour court nella storia della musica? Probabilmente qualche dozzina.

E tra queste, quante sono capaci di emozionare anche al milionesimo ascolto? Ce ne sono, ma con ogni verosimile probabilità il numero decresce in maniera considerevole. Diciamo che le fuoriclasse, essendo uniche ed irripetibili, fanno la differenza in termini di qualità e non di quantità. Senza dubbio In cima alla lista delle fuoriclasse svetta colei la quale a suo tempo fu soprannominata "la signora del rock", ovverosia la capostipite: Miss JONI MITCHELL. A detta di molti, lei è un'artista superlativa che non conosce rivali sia per ciò che riguarda il canto sia per il suo stile che denota un'eleganza sopraffine. Di fatto costei è considerata trasversalmente una tra le migliori songwriters di tutti i tempi, con una vena poetica toccante ed una voce celestiale in grado di fare emozionare anche gli esseri più aridi e più truci della terra. Questa grandissima interprete, nonché autrice, compositrice, musicista, produttrice e, collateralmente, pittrice,

secondo il parere di chi scrive è stata ed è tutt'ora la regina incontrastata del folk e del rock a 360 gradi: parere largamente condiviso.

 

JONI MITCHELL, all'anagrafe Roberta Joan Anderson, quando esordì discograficamente nel 1968 con "Song to a Seagull" era una venticinquenne canadese immersa nel circuito folk che iniziava a conoscere i meandri del mondo hippie. Venne adottata dal Villagge newyorkese e in un attimo mostrò a tutti il suo impressionante archivio di brani inediti ispirati principalmente dalla West Coast. Giunse subito alla ribalta grazie al connubio tra lirismo originale, penetrante, e la sua voce angelica, nonché grazie alla sua tanto strabiliante quanto inusuale padronanza della chitarra acustica (con il relativo utilizzo delle accordature aperte) e, non da ultima, la sua maestria nel suonare tanto l'ukulele quanto il pianoforte classico. Dal 1965 al 1967 si esibisce in duo con Chuck Mitchell, il quale diventerà suo marito e dal quale si separerà alla fine del 1967. Una delle sue prime composizioni, "Urge for going", dopo aver ottenuto vari dinieghi, alla fine viene registrata da un cantante Country, tale George Hamilton, diventando immediatamente un successo. Da qui i suoi brani vengono registrati da vari artisti, tra i quali: Judy Collins, Dave Van Ronk, Buffy Saint Marie, etc.

Negli anni collaborerà con alcuni tra i più grandi artisti del panorama musicale mondiale, quali: David Crosby, Graham Nash, Neil Young, Stephen Stills, Robben Ford, Pat Metheny, Joe Zawinul, Herbie Hancock, Jaco Pastorius, Charles Mingus, Willie Nelson, Billy Idol, Peter Gabriel, etc. Ma ciò che contraddistingue la sua carriera è quel "qualcosa di più", che dà la sensazione di rendere al profondo senso dell'esistere un dono che supera la legge fatale di ogni faticosa costruzione dell'essere sociale: una virtù che coglie l'essenza del tutto. E questo "qualcosa di più" è il leiv motiv che supera il divertimento del ritmo e la sensualità della melodia, garantendo quella pienezza spirituale ed espressiva che riesce ad attenuare il colore scuro del perduto destino e, al contempo, ad accentuare i toni agoniati di taluni orizzonti; in altri momenti, il sentimento lirico della natura diviene quel quid che si riverbera in nuvole di dubbi (come nell'album CLOUDS) e di vaghi pensieri in fondo ai quali si spegne la voluttà (come nelle atmosfere del celebre album BLUE). Altre volte i residui inerti di rassegnata sobrietà divengono rifrazioni di aulica umiltà e di sommessa malinconia, emanando luci più discrete; non di rado, tramite un procedimento di contrapposizione ironica, l'autrice rende trepide le parole, cercando di trasporle artisticamente in modo tale da mitigare la sensazione di percepire la vita come un soffio che incenerisce sui propri stessi roghi le logiche esistenziali e l'universo dei sentimenti. Ma il più delle volte i chiaro-scuri armonici della profonda coscienza sottendono la presenza suprema della conoscenza, e lo stile lirico si fa' lievità di tocchi e profondità di assonanze, facendo risuonare quasi ad ogni passo una grande forza espressiva ed una preminenza di dolcezza nella quale gli individui possono, superando se stessi, trovare la bellezza e la quiete interiore.

Dischi quali "Clouds", "Blue", "Ladies of the Canion", "For The Roses", "Heira", soltanto per citarne alcuni, hanno la prerogativa di conferire nuova linfa vitale all'anima e ritemprare lo spirito.

Non a caso il suo pantagruelico talento gli consentirà di ottenere numerosi riconoscimenti e alcuni premi importanti.

Nel Marzo del 1970 Joni Mitchell vince il premio Grammy per la migliore performance folk del 1969 con l'album Clouds. Subito dopo la Reprise pubblica il suo terzo album: Ladies of the Canyon con il quale ottiene il primo disco d'oro. L'album contiene alcuni tra i brani più popolari del periodo folk della Mitchell come Big Yellow Taxi, The Circle Game & la celebre Woodstock: una canzone divenuta un inno generazionale senza che lei avesse mai partecipato allo storico Festival di "Love, Peace & Music" del 1969. Nel gennaio 1975, dopo ben 4 nomination ai Grammy, ne vincerà due per l'album dal vivo "Miles of Aisles".

Il doppio LP del 1977 Don Juan's Reckless Daughter, riuscì a raggiungere la posizione 25 della Billboard chart divenendo disco d'oro in tre mesi. Il 5 febbraio 1981 a Toronto Joni viene inserita nella Canadian Music Hall of Fame: a consegnarle il premio è l'allora Primo Ministro canadese Pierre Trudeau.

Nel novembre del 1991 la rivista Rolling Stone inserisce l'album Hejira tra i 100 migliori della storia. Tra il 1995 e il 1997 Joni Mitchell ottiene ulteriori riconoscimenti professionali. I premi arrivano a profusione da ogni parte, anche grazie al successo dell'album del 1994 Turbulent Indigo. Il 25 marzo 1995 Billboard Magazine assegna a Joni il Century Award per i raggiungimenti e successi in campo creativo. I numeri dell'aprile 1995 di Mirabella e Vogue contengono delle interviste alla Mitchell. Sarà proprio nell'intervista concessa a Vogue che rivelerà per la prima volta di aver avuto una bambina e di averla dovuta dare in adozione negli anni sessanta per le sue ristrettezze economiche. In agosto la rivista musicale Mojo pubblica la sua lista dei 100 album migliori della storia: The Hissing of Summer Lawns si aggiudica la posizione 78 mentre Blue la 18. Dopo alcuni mesi di lavoro, il 29 settembre 1996 la Reprise pubblica due raccolte: la prima chiamata Hits che contiene i maggiori successi commerciali della Mitchell e il secondo intitolato Misses che invece comprende i brani che Joni considera dei successi mancati. A gennaio 1997 la Reprise pubblica un album di remix della popolare hit Big Yellow Taxi (che era già stata rifatta in versione hip-hop per la serie televisiva Friends), contenente sei diversi remix della canzone. Il 27 febbraio Joni si aggiudica invece il Premio per la miglior chitarrista acustico. Il 28 febbraio la vede invece vincitrice di tutti e due i Grammy per cui era candidata (Best Pop Album e Best Recording Package, entrambi per Turbulent Indigo). In maggio in Svezia le viene consegnato il Polar Music Prize, ovvero l'equivalente del premio Nobel nel campo della musica. Il 18 settembre 1997 Joni è, assieme ad altri artisti, ammessa alla Rock and Roll Hall of Fame, divenendo così la prima donna canadese ad essere insignita di questo riconoscimento. Sempre nel 1997 Janet Jackson pubblica il suo album The Velvet Rope nel quale è contenuta la canzone di successo internazionale Got 'til It's Gone che presenta un campionamento di Big Yellow Taxi della Mitchell. Dopo la pubblicazione di Taming the Tiger del 1998 seguono Both Sides Now nel 2000, Travelogue nel 2002.

Nel 2007 il suo ultimo album Shine decreta il suo ritiro dalle scene e dal mondo del Music Business. Ciononostante per lei non esiste

il viale del tramonto. Le sue melodie e il suo lirismo poetico sono parte essenziale dell'antropologia umana e della natura: sono sentimenti che si manifestano nel vento, nel cielo che accoglie e abbraccia tutti, consentendoci di ritrovarci tutti nelle vibrazioni di quei silenzi istantanei e prodigiosi che precedono l'ascolto, e durante l'ascolto naufragano i piccoli e dissonanti rumori della vita quotidiana; ma le opere di Joni Mitchell sono anche un viatico mediante il quale le dissoluzioni dell'esistenza divengono dissolvenze figurative che approdano alla luce della vita, passando attraverso lo spazio notturno e illuminando oniricamente il tutto come la luce della luna sull'acqua. Con le sue opere si fondono il romanticismo, l'esistenzialismo e il misticismo, mentre tutto assume i contorni dell'eterno.

O anche, come direbbe Oscar Wilde: "La musica ci crea un passato di cui non sappiamo nulla e ci colma di un senso di mestizia che era rimasto ignoto alle nostre lacrime" [...] A proposito della poetica di Joni Mitchell egli sembra averla presagita oltre due secoli prima, tanto che scrisse: "La rima, eco sublime che nella valle della Moda crea la propria voce e le risponde; la rima, che nelle mani del vero artista diviene non soltanto un elemento materiale di precisione metrica, ma anche un elemento spirituale del pensiero e della passione, in grado forse di far sorgere un nuovo stato d'animo o di aprire, con la sola dolcezza i suggestione del suono, porte d'oro alle quali l'immaginazione stessa aveva invano bussato" [...]

Tutto ciò è molto altro ci conduce all'incommensurabile e all'infinito, nonché al miracolo di quell'armonia che ci trasporta nella fantastica e magica dimensione iperuranica della galassia Joni Mitchell.

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