E' incredibile la capacità dell'uomo di dimenticare e scartare persino le cose più belle.
Joni Mitchell è stata ed è tuttora una grandissima artista anche se non sono in molti quelli disposti a riconoscerlo, vuoi per ignoranza musicale o semplicemente per partito preso. A cavallo tra gli anni sessanta e i settanta la Mitchell ha saputo regalare al mondo alcune tra le opere fondamentali di quella generazione e allo stesso tempo se n'è discostata non volendo rimanere attaccata all'immagine dell'eterna hippie. Ed è proprio dopo il 1972, ovvero dopo ben cinque album prettamente folk incluso il capolavoro confessionale Blue, che Joni Mitchell vira verso qualcosa di diverso, forse di pericoloso. L'album della svolta è Court and Spark, perfetto incontro tra folk, pop e jazz. Ma la vera rivoluzione arriva poco dopo, nel 1975.

Con The Hissing of Summer Lawns Joni Mitchell intraprende un viaggio, spesso solitario, che la condurrà all'incontro con alcuni dei mostri sacri del jazz. Un viaggio che le farà perdere gran parte dei suoi devoti fan e procurandosi l'antipatia dei critici.
Il disco non può essere nè capito nè apprezzato se non si tengono presenti le parole della stessa Mitchell riportate nel libretto: "This is a total work, conceived graphically, musically, lyrically and accidentally as a whole." E' dunque un'opera totale che coinvolge grafica, musica, parole e fato e che deve essere presa come un insieme indivisibile. Ed è per questo che invece delle canzoni è bene partire dalla copertina, dall'artwork (che con i moderni CD si è purtroppo notevolmente ridotta).

Letteralmente The Hissing of Summer Lawns significa Lo sfrigolio dei prati d'estate. Un'espressione colorita ed evocativa, che acquista ancora più forza con la copertina: un gruppo di neri stilizzati (presumibilmente nudi) trascina un enorme serpente attraverso un campo di erba alta e subito dietro di loro si staglia la città, con le sue villette in primo piano e i grattacieli dietro. Modernità e progresso contro il selvaggio e l'atavico. L'album parte con allegria e leggerezza grazie a In France They Kiss on Main Street, rievocazione di amori giovanili, di sale da ballo, juke-box e dell'amore consumato sul sedile posteriore di una macchina.
Si passa a The Jungle Line che sferra il primo duro colpo all'ascoltatore. Il sound è primitivo (questa è la prima canzone a usare la tecnica del campionamento) grazie ai tamburi degli indigeni del Burundi, ma allo stesso tempo l'atmosfera è futuristica, quasi fantascientifica. Si parla di quella famosa linea di demarcazione che separa la giungla, il selvaggio dal progresso. La canzone "scivola" letteralmente come un serpente, si snoda, e la voce di una Mitchell quasi in trance, sicuramente allucinata, incanta sia l'orecchio che la mente.
La commistione tra folk e jazz è ormai evidente. I brani sfuggono, la linea melodica si fa a tratti evanescente, la voce della Mitchell si fa roca o sussurra. Passano così brani magistrali come Edith and the Kingpin, Don't Interrupt the Sorrow e Shades of Scarlett Conquering (nella quale la Mitchell con alcune semplici parole, rivendica la donna più di qualsiasi movimento femminista). Ma l'esempio più lampante di questo splendido incontro musicale non è The Jungle Line, bensì la title-track. The Hissing of Summer Lawns ha un sound pigro come un un pomeriggio dell'estate californiana. La linea del basso si fa costante e ripetitiva, mentre sprazzi di flicorno e flauto ondeggiano tra le parole astratte e surreali della Mitchell. La sensazione è quella di nuotare liberamente in una piscina sotto il sole cocente. Si può realmente sentire il prato che sfrigola nella calura, quel serpente che striscia verso di noi proveniente da oltre la linea che ci separa dalla giungla oscura. Queste sono sensazioni prettamente jazzistiche, convogliate appunto da una struttura musicale quasi libera e non contenuta in una schema preciso. E' ovvio che non si tratti di jazz puro, nemmeno lontanamente, solo una veloce incursione che però conferisce enorme eleganza e sentimento all'intera opera.

Analizzare canzone per canzone ci porterebbe per un sentiero troppo irto di difficoltà. Capire appieno i branidi Joni Mitchell è un'impresa piacevole perchè si tratta di pura poesia e come quest'ultima è carica di simboli, di metafore ed espressioni note solo all'autrice.
Se musicalmente The Hissing of Summer Lawns rappresenta l'abbattimento di un muro che separava due generi distanti come il folk-pop e il jazz, testualmente sferra una feroce critica sociale. Ipocrisia, arrivismo, sfruttamento, maschilismo, soldi e religione sono temi ricorrenti in questo album.

Nel 1975 fu difficile per critica e fan accettare un lavoro complesso e articolato come questo, abituati com'erano alla Joni Mitchell malinconica che descriveva con sapienti frasi l'amore tormentato e il sogno infranto della generazione pacifista. Con The Hissing of Summer Lawns la Mitchell volge il suo sguardo indagatore e analitico verso l'esterno, verso la società, scovandone i mali e le brutture. Lei stessa passa da essere la bionda ragazza con la chitarra e l'ukulele, alla donna sofisticata che presto si voterà anima e corpo al jazz. E' solo verso la fine degli anni ottanta che la volubile industria musicale ha rispolverato questa gemma nascosta della musica nordamericana, restituendole la vita che le era stata negata negli anni settanta.

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