Questo disco penso sia una buona occasione per fare il punto sulla prolifica attività di Jonny Greenwood come compositore di colonne sonore cinematografiche. Cominciata nel 2003 con "Bodysong", questa è diventata nel tempo la sua attività principale, fino alla consacrazione (almeno sul piano dei riconoscimenti formali) con la nomination agli Oscar per la migliore colonna sonora per "Phantom Thread". Proprio Paul Thomas Anderson si può considerare una specie di "scopritore" di Greenwood: il regista ha puntato forte su di lui sin dal 2007 con "There Will Be Blood" e la collaborazione è poi proseguita negli anni con"The Master" (2012), "Inherent Vice" (2014) e appunto "Phantom Thread". Film che hanno ambientazioni diverse e che hanno esaltato il carattere poliedrico di Greenwood, che del resto ha sempre avuto una certa attitudine nei confronti sia di sonorità più sperimentali che di una certa musica sinfonica d'avanguardia.

"You Were Never Really Here" (Invada Records / Lakeshore Records) è la colonna sonora del nuovo film del regista scozzese Lynne Ramsay. Interpretrato da Joaquin Phoenix, il film si prospetta essere un thriller psicologico carico di tensioni emotive e in cui il protagonista si ritroverà al centro di una misteriosa cospirazione. Date le ambientazioni e le dinamiche della storia, ma soprattutto la caratterizzazione del protagonista (un ex veterano che soffre di disturbi da stress post-traumatico), Greenwood (che ha già collaborato con Ramsay nel 2011 per "We Need to Talk About Kevin") ha lavorato su sonorità più compulsive e drone sviluppate in una alternanza tra momenti di minimalismo sotterraneo ("Sandy's Necklace", "Nausea", "Hammer and Tape"...) con temi orchestrali carichi di tensione ("Hunt") e riferimenti a un certo cinema d'avanguardia della prima metà del secolo scorso ("Votto", "Joe's Drive"), ma dove alla fine spiccano su tutto probabilmente le due sessioni ambient di "Tree Synthesisers" e "Tree Strings" e ricorre in ogni caso prepotente la componente sintetica.

Alcuni loop di "Sandy's Necklace" e "Nausea", il dubstep di "Hammer and Tape", ma pure alcune sfumature di "Tree Synthesisers", riprendono effettivamente alcune sfumature di suono dei Radiohead, ma questo non costituisce sicuramente motivo di diniego della crescita artistica di un musicista considerato universalmente come uno dei maggiori innovatori nel campo della musica pop sin dagli anni novanta. Dopo avere già apprezzato molto "Phantom Thread", anche questa nuova colonna sonora è qualche cosa che ha un suo contenuto di qualità e che si presta all'ascolto a prescindere dalla visione del film e questa è una caratteristica che per quanto mi riguarda costituisce un grande merito di Greenwood e che non posso fare altro che riconoscergli. Bravo.

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