Salve a tutti, mi presento poichè sono nuovo come recensore. Sono un giovane (ho 15 anni) appassionato di Rock e Progressive. Amo i Dream Theater con tutto me stesso e di conseguenza amo anche Jordan Rudess, il tastierista del gruppo.

Navigando tra le curiosità del gruppo, ho scoperto la carriera solista di Rudess e appena letta la track list del suo ultimo album sono corso in negozio e ho comprato questo disco, che voi troverete banale in quanto presenta solo cover di successi Prog anni '70, ma Rudess non ha niente da dimostrare in ambito di inventiva vista la vasta gamma dei capolavori da lui sfornati, sia con i Dream e sia nella carriera solista. Detto questo, passiamo all'analisi dei singoli brani: l'album si apre con "Dance On A Volcano" (Genesis, A Trick Of The Tail, 1976), traccia che apre anche il suo originale album d'appartenenza. La canzone si presenta molto simile all'originale, anche se differisce nella durata, maggiore di circa 3 minuti grazie all'innesto di un assolo. Rudess riesce a tenere lo stesso passo di Banks e a volte lo supera con un ottima arrangiatura del brano!

La seconda traccia è "Sound Chaser" (Yes, Relayer, 1974). Il brano anche in questo caso ricalca l'originale, il timbro della voce è identico a quello di Anderson. La durata maggiore è dovuta a un solo di chitarra e a uno di tastiera in stile Floyd anni d'oro. Si continua con "Just The Same" (Gentle Giant, Free Hand, 1975). Grande pezzo Progressive, reso ancora più accattivante dalle tastiere di Rudess che con i loro effetti donano uno stampo più moderno al brano, che per il resto segue la linea dei precedenti. La mia song preferita: "JR Piano Medley", un favoloso arrangiamento per pianoforte di brani che hanno fatto la storia del Progressive anni settanta: "Soon", "Supper's Ready", "I Talk To The Wind", "And You And I". Un autentico tributo alla musica ispiratrice di Rudess, che non perde l'occasione di personalizzarle. Un viaggio indietro nel tempo, sulle note dei Yes, Genesis e dei King Crimson: FIABESCA. La penultima traccia è "Piece Of The Pie", brano di cui non conosco personalmente la provenienza. Alle mie orecchie si presenta come un assolo di tastiere, dando prova delle capacità tecniche di Rudess. L'album finisce con la celeberrima "Tarkus" (ELP, Tarkus, 1971).

In sintesi questo CD mi è parso molto originale perchè ritratta pezzi storici rivisti in chiave moderna. Nel lavoro Rudess viene affiancato da nomi illustri del Prog moderno, come l'italiano Marco Sfogli e Steven Wilson dei Porcupine Tree. Spero che come esordio vi sia piaciuto.

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