Nel leggere Borges provo lo stesso stupore di quanto ascolto un fisico parlare di spazi infiniti, stelle che nascono e muoiono, leggi che regolano il moto dei corpi celesti, è tutto così complicato eppure lo fa sembrare così semplice, quasi fosse tutto una favola. È questa la sensazione che provo nel leggere i suoi racconti, in cui si parla di storia e personaggi storici, di filosofie di tutto il mondo, di città, di miti, del tempo, della memoria, di libri, di fantascienza, del caso, di religioni, e di molto molto altro.

Borges non ha scritto romanzi, ha scritto racconti, centinaia di brevi storie pubblicate in una decina di raccolte. Questa recensione appare sotto la raccolta intitolata “Finzioni”, che è quella a me più cara, ma avrei potuto usare le stesse parole per recensire anche “L'Aleph”, “Il libro di sabbia”, "Libro di sogni", ecc. Già, perché tutto quello che ha scritto Borges è semplicemente magia prestata alla letteratura. Non a caso con lui si parlò per la prima volta di realismo magico, corrente che poi avrà in Gabriel Garcia Marquez l’esponente di spicco.

In un mondo ormai troppo veloce, leggere i racconti di Borges è come prendere un caffè in una terrazza accarezzati dalla brezza marina, un momento di evasione in cui perdersi nei meandri della storia e della filosofia. L’erudito Borges ha saputo prendere la grande opera letteraria/filosofica che l’uomo ha scritto nel corso dei millenni, assorbirla, mescolarla e riproporla sotto forma di brevi racconti.
Non penso abbia senso descrivere uno per uno i racconti contenuti in “Finzioni” o in altre raccolte, ognuno è un piccolo gioiello, illuminante e controverso, non sempre di immediata comprensione, ma sicuramente portatore di una grande significato. Se non lo avete ancora fatto, provate almeno una volta nella vita a leggere Borges.


"L’uomo, questo imperfetto bibliotecario, può essere opera del caso o di demiurghi malevoli; l’universo, con la sua elegante dotazione di scaffali, di tomi enigmatici, di infaticabili scale per il viaggiatore e di latrine per il bibliotecario seduto, non può essere che l’opera di un dio"

Da La biblioteca di Babele, Finzioni


"Poi riflettei che ogni cosa, a ognuno, accade precisamente, precisamente ora. Secoli e secoli, e solo nel presente accadono i fatti; innumerevoli uomini nell’aria, sulla terra e sul mare, e tutto ciò che realmente accade, accade a me"

Da Il giardino dei sentieri che si biforcano, Finzioni

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