Lulù ha appena 15 anni, ma la curiosità che prova per il sesso e per l'erotismo è irrefrenabile, così come è difficile domare il desiderio di lambire timidamente questo strano e oscuro universo, che ha sempre e solo potuto immaginato.
Un giorno Lulù si innamora di Pablo, affascinante uomo maturo, molto più grande di lei. Anche a Pablo piace Lulù: la corteggia come si corteggerebbe un'adolescente, o almeno fino al primo appuntamento serio. Appena cala il sipario dell' imbarazzo e della poca confidenza, scatta la molla dell'erotismo più spinto. Lulù è eccitata come non mai, quei giochi perversi con cui Pablo la provoca sono per lei imbarazzanti e nuovi, ma anche terribilmente irresistibili. Per la quindicenne Lulù il viaggio nel torbido mondo del sesso è appena iniziato, ma lei sembra non aver alcuna voglia di fermare quel meraviglioso treno carico di emozioni.
Passano gli anni, Lulù e Pablo sono ormai una coppia sposata. Una coppia normale, tra alti e bassi, anche se i momenti difficili si presentano molto più frequentemente di quanto Lulù avrebbe sperato. E se Pablo fosse stato solo una stupida cotta giovanile? Lulù è tormentata, si accorge che la fiamma della passione è spenta, la coppia è un microcosmo colmo di nulla. Fortunatamente c'e il sesso, duro e nervoso come lo ricordava, unico collante ormai di un rapporto destinato a picco.
A rompere la monotonia ci penserà Ely, un travestito amico di Pablo, perverso ma dall'animo buono. Un'amicizia che aprirà un nuovo mondo, in cui perversioni, incesto, omosessualità, amore e morte si intrecceranno in modo indissolubile....
Nel 1990 Bigas Luna, che nella sua filmografia vantava opere di tutto rispetto come "La chiamavano Bilbao","Lola","Angoscia", decide di trasporre su pellicola il discusso romanzo di Grandes Almudena, un'opera a metà strada tra un diario denso di psicologia femminile e un romanzo di formazione a luci rosse, talmente crudo da sembrare quasi "pulp". La conversione dell'opera cartacea è fedelissima, dato che al soggetto e alla sceneggiatura partecipa la scrittrice stessa, e Luna si conferma anche grazie a questa pellicola come il lato oscuro di Almodòvar, il regista che non si ferma alle relazioni interpersonali, ma va alla ricerca dei segreti più inconfessabil e delle fantasie più torbide, con un grande senso del dramma e toni fortemente pessimistici.
Se nel libro presente e memoria si intrecciano a diversi livelli, il film analizza la storia in progressione mostrandoci, con i dovuti salti temporali, la crescita e maturazione sessuale della protagonista(interpretata da Francesca Neri), approfondendo poi soprattutto la seconda parte della vicenda, quando Lulù intraprende il viaggio senza ritorno nei bassifondi del sesso, da cui riuscirà a uscire solo grazie al "deus ex machina" della storia, in prossimità del catartico epilogo.
Alla sua uscita, il film gettò subito lo scandalo nell'opinione pubblica: di congressi carnali ce ne sono tanti, ma non fu questo a far gridare all'indecenza, quanto l'atmosfera di perversione che impregna la pellicola che parte con il narrare di un amore pedofilo senza alcun limite, per poi andare a toccare il sesso di gruppo, l'orgia, l'incesto e il sadomaso. Lo stile di Bigas Luna si riconferma incisivo: di grande efficiacia è la scelta di narrare la storia cromaticamente, passando dai colori pastello dell'infanzia, ai colori caldi e freddi delle incertezze di coppia, per poi finire con un fortissimo contrasto tra luci rosse e ombre.
Un punto di domanda riguarda il cast scelto. L'interpretazione di Francesca Neri in questo film per me è sempre stata border-line: fisicamente è perfetta nell'incarnare la donna provocante e innocente allo stesso tempo, in pose sempre accattivanti e con intriganti giochi di sguardi; tuttavia è nei dialoghi e nei momenti di riflessone del film che non regala una buona prova. La sua recitazione è poco incisiva, goffa in alcuni tratti, altalenante in altri. Poco da dire sugli altri attori, esordienti all'epoca e della cui capacità attoriale ci si dimentica ben presto. Da segnalare invece Javier Bardem, pupillo del regista (comparirà anche in "Prosciutto, Prosciutto", "Uova d'oro","La teta y la luna") che qui interpreta il perverso e sadico omosessuale di una dark room, che cercherà di convertire il suo boy ad un rapporto etero e che si cimenterà in tutta una serie di giochi perversi come il "chocking" e il "fist-fucking".
Tre le scene da ricordare come le migliori: la depilazione del pube con pennello e lametta sulla poltrona(all'inizio del film, carica di sensualità), il sesso tra la plastica del trasloco con in sottofondo "Walk On The Wild Side" di Lou Reed e gli ultimi 20 minuti di film, claustrofobici e difficili da sostenere.
In definitiva, un film dalle molteplici sfaccettature, che vola basso a causa di una recitazione approssimativa, forse un po' troppo ammiccante al pubblico voyeur, ma con scelte e stili registici di grande effetto.
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