"Non sono un poliziotto normale, io sono del BOPE: il meglio della polizia, il corpo d'elite. In teoria apparteniamo al corpo di polizia ma in pratica il BOPE è un'altra polizia. Il nostro stemma mostra cosa succede quando entriamo in una favelas e la nostra uniforme non è come quella della polizia: è nera. Il BOPE è stato creato per intervenire là dove la polizia convenzionale non è in grado di farlo e a Rio succede tutti i giorni. Non so che cosa mi faceva più incazzare, se i trafficanti imbottiti di armi o l'incompetenza della polizia convenzionale. All'epoca la polizia contava 30.000 uomini, un numero più che sufficiente per chiudere quel traffico di droga, ma erano addestrati uno schifo e guadagnavano uno schifo: da gente così non puoi aspettarti che gliene freghi più di tanto. Il BOPE aveva solo 100 uomini..."
Tropa de Elite è un film sul Batalhão de Operações Policiais Especiais, un gruppo di intervento speciale che opera nel territorio delle favelas e si occupa prevalentemente di colpire il traffico di droga. Come logo hanno un teschio infilzato dalla spada di Damocle e ornato da due pistole incrociate. I loro agenti vengono sottoposti a un addestramento durissimo che unito a una costante pratica sul "campo di battaglia" ne ha fatto la migliore truppa da guerriglia urbana al mondo.
Siamo nel 1997 e Wojtyla nella sua visita in Brasile aveva scelto di alloggiare a casa di un suo amico vescovo che abitava nei pressi di una favelas molto pericolosa. Difficilmente agli spacciatori poteva importare qualcosa di piantare una pallottola in testa al pontefice ma il governo per assicurare l'incolumità di Giovanni Paolo II decise di dover fare ripulire la zona e siccome la polizia convenzionale nelle favelas non funziona per niente utilizzarono il BOPE.
Nel film ci viene narrata la storia del capitano Roberto Nascimento che fortemente stressato e sul punto di diventare padre vuole lasciare il BOPE per dedicarsi alla sua famiglia ma nel farlo si ritrova ad affrontare la difficile problematica di trovare un rimpiazzo all'altezza.
Le note di merito vanno in primo luogo alla volontà di rappresentare in modo lucido e diretto la realtà brasiliana sullo spaccio e la corruzione. Niente illustrazione faziosa e romanzata come avviene spesso in questo genere di film, ma la visione nuda e cruda di un mondo dove il sistema difende solo se stesso, la polizia è corrotta fino al midollo, i ragazzini vengono strumentalizzati dagli spacciatori e i borghesi che comprano la droga ne finanziano il giro. Prendere posizione e "scegliere da che parte stare" è molto difficile per lo spettatore poiché il regista mostra chiaramente come buono e cattivo, bene e male, nelle moderne strutture sociali sono termini vuoti e anacronistici.
La regia è moderna ed efficace tuttavia alcune scelte stilistiche alla "Real tv" risultano discutibili come le inquadrature traballanti e confuse adottate nella sparatoria di inizio film. A parte questo i tempi di narrazione sono ottimi: nel film si susseguono le vicende dei tre protagonisti (Nascimento e i suoi potenziali sostituti) che finiranno per intrecciarsi tra loro.
Davvero un bell'esordio per José Padilha che costruisce un ritratto serio e obiettivo su questa singolare forza speciale brasiliana tratto dal libro di Luiz Eduardo Soares. Ci mostra da un lato la loro brutalità soprattutto nell'estorcere confessioni e dall'altro il ruolo essenziale che ricoprono nel combattere il traffico di droga data l'impotenza delle forze di polizia. A ciò va aggiunto il fascino dell'elitarismo unito al fatto che il BOPE, al contrario di tutto il resto, è immune dalla corruzione che ammorba il paese. Ci sono varie ragioni per cui si ritrova ad essere perseguitato da Amnesty International anche se chi vede queste situazioni dall'esterno spesso non si rende conto di cosa vuol dire combattere nelle favelas contro bande armate fino a denti.
"Finchè gli spacciatori avranno sufficiente denaro per armarsi, allora la nostra continuerà ad essere un guerra."
Orso d'oro a Berlino ben meritato.
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