"Questo film è sull'ipocrisia carioca. È da qui che deriva la violenza" - José Padilha.

Nella spassionata e spensierata attesa del seguito di questo filmone, "Elite Squad" 2 in pre-produzione, mi accingo a recensire il primo capitolo di questo "shot'em up urbano", ispirato dal best-seller "Elite da Tropa" di Luiz Eduardo Soares, che per poco non mandava al fresco il regista brasiliano José Padilha, dopo aver deciso questi di sputtanare, tramite il film in questione, i vertici della polizia brasiliana, facendoli incazzare grandemente.

Citiamo una frase del suo protagonista principale il comandante della squadra Alpha del BOPE Capitano Roberto "Beto" Nascimento (Wagner Moura), fa più o meno così: "chi aiuta un trafficante è al pari di un trafficante", una frase che non lascia spazio a fraintendimenti, indubbiamente empirica, a retaggio di una condizione sociale estrema, Gomorra di Matteo Garrone al confronto è un luna park.

Provate a prendere i vari quartieri italiani al limite del degrado sociale, moltiplicateli per 700, ovvero per quante sono le favelas di Rio de Janeiro, quasi tutte controllate da narcotrafficanti, e "forse" giustificherete la visione disincantata delle truppe del BOPE (Battaglione Operazioni Speciali della Polizia), un equivalente dei nostri NOCS italiani, che operano giornalmente nei confronti della criminalità carioca.

"Beto" Nascimento, sarà il nostro psicopompo all'interno di thanatos freudiano il cui viaggio non conosce epiloghi felici, la cui realtà sociale, girata da Padilha con piglio documentarista, è al di fuori da qualsiasi portata e valutazioni civiche all'insegna dei principi consacranti la dignità umana.

Poliziotti corrotti e narcotrafficanti componenti congiunte indissolubilmente in un degrado sociale forte ormai di un Diritto di Stato che trova i suoi annessi e connessi nelle burocrazie di una classe dirigente asservita, subdola e compiacente, pronta a pilotare i propri organi di controllo, a loro volta assuefatti e corrotti, ai propri interessi garantisti ...siamo in Brasile non in Italia...

Il BOPE, conosciuto per le sue "modalità operative" a tutti i suoi strati sociali, quasi segregatosi dalla normale Polizia, conduce una guerriglia urbana personale, cruenta e spietata alla lotta contro i narcotrafficanti e tutto ciò che sia affine, finanche i poliziotti stessi, mentre la voce narrante di Nascimento scandisce con lucidità tranquillità l'escalation di pura brutalità e spietatezza nei confronti dei residenti del ghetto fossero anche donne.
Chiunque venga minimamente sospettato di collusione con i narcotrafficanti, è pertanto sottoposto a tortura al fine di estorcere informazioni utili al loro stanamento.

"Beto" Nascimento opera quotidianamente nelle favelas con il proprio team, rischiando la vita, come tutti gli operatori è stato sottoposto ad un durissimo addestramento, al fine di poter operare in condizioni estreme, ha visto bambini morire, ragazzi andare in overdose, i narcos espandere la loro cancrena, diventare sempre più forti.
E' importante quindi non fare un distinguo tra poliziotti, ipocriti radical chic, spacciatori, vedette e compratori, tutti sono vittime del sistema corrotto e perverso, lo spacciatore potrebbe essere un qualsiasi adolescente, morire domani di overdose, diventare a distanza di anni un narcos, un boss o un killer che ammazza per una dose, non se ne viene a capo.
Ma Beto è come tutti un uomo, Padilha ne evidenzia gli aspetti umani, in occasione della nascita del figlio in lui nascono le paure per gli affetti che si trasformano in momenti di panico durante le operazioni, i rimorsi per le morti delegate ai narcos sui testimoni/traditori lasciati liberi.
Si apre così per lui uno spiraglio di luce al difficile periodo vissuto, una possibile sostituzione che si concretizzerà nella scelta di uno dei due giovani ufficiali Neto (Caio Junqueira) e Matias (André Ramiro) che nelle loro parabole ascendenti  dinanzi al potere, saranno testimoni riluttanti dei comportamenti illeciti della polizia della quale facevano parte.
L'avvento per la visita del Papa a Rio, è l'occasione per Nascimento, coordinatore delle operazioni di messa in sicurezza del quartiere morro Turano, il più pericoloso di Rio, per testare la validità delle due reclute.
Di qui il film si arricchirà delle vicissitudini dei due giovani ragazzi la cui figura verrà messa in risalto e che troverà per Matias riscontro con la pubblica opinione sino al dirompente finale.-

Il Film è vincitore dell'Orso d'oro alla 58^ edizione del Festival del cinema di Berlino.

Nel team di produzione in cui emerge Daniel Rezende, candidato all'Oscar per il montaggio di "City of God".


"La droga sarà sempre suscettibile di una grande dicotomia: aprirsi la mente o rovinarsi la vita... " - ILM_

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