Il Nobel da poco scomparso dev'essersi divertito un mondo a scrivere questa storia. A parte la grandiosità del titolo, così musicale, evocativo, perfetto, il contenuto stupisce per l'estrema perizia con cui Saramago aderisce a una singola idea.
Un romanzo nato dalla formula "e se...", che esplore tutte le possibili conseguenze logiche derivanti dall'applicazione di un'idea alla realtà, ovvero la sospensione della mortalità umana, in un non meglio precisato paese.
Come dimostra l'autore il difficile non sta tanto nel trovare un'idea valida, avvincente, originale, quanto nel piegare la propria creatività a questo progetto, senza uscire da un contenitore che, per certi versi, può essere stretto, ancorchè scelto con cognizione di causa.
La spiegazione di tutto questo sta in una parola: mestiere.
Il mestiere di scrivere, la professionalità che sta alla base di un talento, di un'arte che si connota anche come pratica quotidiana, che diventa minuziosa ricerca, cesellatura di un'idea.
Un'opera dunque che si fa leggere, che intrattiene, ma non sommuove gli animi, non genera pathos. Un pò come una piacevolissima serata con un ottimo intrattenitore, che non sbaglia una parola.
Certo ci sono critiche anche aspre allo status quo politico, economico, religioso, mascherate da ironiche considerazione sul rapporto fra società e morte. Ma tutta questa perizia strumentale, verrebbe da dire, pur supportando il piacere di una lettura pulita, sobria, divertente e in certa misura complice, non nasconde un certo distacco dalla materia emozionale, dalle pulsioni che si agitano sul fondo del mare delle idee.
Una grande lezione di stile, di quello che deve (anche) essere capace di fare un vero scrittore, per tutti i wannabe sparsi ovunque, che in più ci regala un finale davvero spettacolare.
Forse non sarà il romanzo che vi farà commuovere, o sognare, ma non è questo il suo scopo, il suo design, verrebbe da dire.
Saramago. Archittetto della narrazione.
Incipit:
"Il giorno seguente non morì nessuno. Il fatto, poiché assolutamente contrario alle norme della vita, causò negli spiriti un enorme turbamento, cosa del tutto giustificata, ci basterà ricordare che non si riscontrava notizia nei quaranta volumi della storia universale, sia pur che si trattasse di un solo caso per campione, che fosse mai occorso un fenomeno simile, che trascorresse un giorno intero, con tutte le sue prodighe ventiquattr'ore, fra diurne e notturne, mattutine e vespertine, senza che fosse intervenuto un decesso per malattia, una caduta mortale, un suicidio condotto a buon fine, niente di niente, zero spaccato".
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