Il 2004 è stato prolifico per Joseph Arthur, infatti, il giovane songwriter americano ha pubblicato proprio negli ultimi giorni di dicembre uno stupendo Ep dal titolo And The Thieves Are Gone, sei canzoni provenienti dalle stesse registrazioni di Nashville che hanno concepito l'intenso Our Shadow Will Remain (a mio parere il disco più bello del 2004) dando conferma a tutti quelli che lo considerano come l'unico vero artista del nuovo millennio.
Purtroppo questo pensiero è condiviso da poca gente, di fatto Arthur è uno di quei tanti artisti che non trovano il giusto spazio nel sovraffollato panorama musicale, (sia Our Shadow Will Remain sia questo Ep non saranno pubblicati in Europa!) che oramai schiavo del consueto, preferisce reclamizzare ragazzini che giocano a fare i duri, ma che in realtà vogliono solo sponsorizzare la loro ultima tuta da ginnastica, o bambole di pezza senza talento che in sostanza fanno soltanto il mestiere più vecchio del mondo.
Ma è meglio parlare di musica, quindi veniamo alle canzoni: si parte con l'oscura psichedelia di Papa, dove la voce di Arthur si adagia dolcemente in un'atmosfera cupa, desolante e affascinante allo stesso tempo. Una chitarra sporca di blues apre invece My Home Is Your Head, una ballata lisergica di grande spessore, Saviour Of The Sun è invece caleidoscopica, dipinta con dei colori dai toni caldi e accattivanti. Real As The Rain è contraddistinta da una melodia stupenda che dona al brano un fascino inconsueto grazie anche ad un testo veramente poetico e profondo. Anywhere With You è una cavalcata rock vigorosa e turbolenta a metà tra Bob Dylan e le cose migliori dei Primal Scream.
Chiude Glass Pipe, un brano che si sviluppa sopra una base elettronica che rimanda al Gabriel anni '80, mentre una melodia magica e sognante s'innalza gettando incanti dai sapori oppiacei.
"Must there always be a prayer
To buy or sell"
(Joseph Arthur - Real As The Rain)
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