Pubblicato a pochi mesi dall'uscita degli Junkyard Hearts, questo terzo album di Joseph Arthur conserva atmosfere e temi di quei quattro bellissimi EP.
L'atmosfera si fa più rilassata rispetto ai lavori precedenti, Arthur dona alle sue composizioni un arrangiamento classico ed elegante (Honey And The Moon), senza però perdere del tutto quell'elemento di claustrofobia (Nation Of Slaves) che caratterizzava sia Big City Secrets sia Come To Where I'm From.
Tutte le canzoni dell'album hanno com'elemento comune delle melodie stupende fresche ed accattivanti (You've Been Loved) che danno all'intero disco un orecchiabilità istantanea sin dal primo ascolto e nonostante la lunga durata (più di 70 minuti), tutte le tracce (16) scorrono velocemente senza cadute di qualità. I testi come sempre rappresentano una parte molto importante nel lavoro di Arthur: paure (I Would Rather Hide), incubi, notti insonni, fantasmi d'amori perduti (Bluelips) e sopratutto lo spettro della morte che aleggia sinistro tra i solchi delle tracce. Temi tristi, funebri e impegnativi che non risultano però mai essere pesanti (al contrario di certi altri autori) grazie al feroce taglio ironico che Joseph Arthur gli dona.
Redemption's Son è un disco composto fondamentalmente da ballate di stampo Folk-Country che sfociano spesso e volentieri ad innalzarsi come dei veri e propri Gospel. Infatti il fulcro, il cuore dell'intero disco sta nella potenza e nelle capacità vocali di questo Songwriter che, con l'ausilio della sua sola voce dalle mille sfumature, arriva a costruire dei cori formidabili (Gospel per l'appunto), dove fa adagiare lievemente i suoi suoni magici e psichedelici per cantare le sue storie di bellissimi perdenti. Redemption'Son ha tutte le caratteristiche di un grande classico.
Un capolavoro assoluto.
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