36 anni dopo: un buco nero, un mondo parallelo, un vuoto cosmico, altro che “sequel”.

Questo è quello che ho pensato alla presentazione del film, che non è stato risparmiato dal nostro amico virus, e infatti è decollato con due anni di ritardo (il “delay” più lungo nella storia di un aereo, almeno credo…)

“By the way”, mi si passino gli anglicismi, ho deciso di andare a sbirciare nella vita di Maverick, come una stalker navigata (editor, non ho messo le virgolette, perché stalker è nella Treccani…). D’altronde, io c’ero nel 1986 e ho visto il primo film, mi sono piaciute le musiche, la fotografia, la storia d’amore, il crollo emotivo dell’eroe… insomma, pur riconoscendone la trama semplice e ruffiana, a me è piaciuto parecchio.

Ero molto più giovane, bella (come una protosarda) e single per scelta, quasi una perfetta stronza, ma non divaghiamo.

Siamo arrivati a oggi (eh si, catapultati): la storia sembra non essersi mai interrotta e come vecchi amici ci siamo raccontati le vicende di questi ultimi 36 anni (ecco perché il film dura 2 ore e 11 min, verrebbe da dire). Eppure, appena scorrono le prime immagini e partono le musiche, mi viene un groppone alla gola e tiro su col naso come la mia vicina, che però avrà avuto 15, massimo 16 anni, che caspita mi succede? (si prega di non ridere, sennò mi inca**o).

Da qui in poi il racconto è l’oggi con il susseguirsi di eventi, che ci riportano al primo Maverick, che però mostra tanta più consapevolezza e molta meno spavalderia: e certo, l’età non è più la stessa! (un grande filosofo moderno, Umberto Galimberti, sostiene che l’anziano è definito saggio perché l’ormone non guizza più, e il sesso e l’aggressività si sono sopiti…, come dargli torto?)

Non posso spoilerare, anche se magari non ve ne importerà nulla, tanto non andrete a vedere il film, ma posso sicuramente dire che le scene d’azione e la fotografia, sono eccezionalmente belle e perfette per colori, sfondi, cieli…

Vi vedo, sapete, dall’altra parte dello schermo, colgo i vostri sguardi di compatimento per una piccola, vecchia, romantica donna inglese (ops, sarda!), che esprime pareri entusiasti su un film che in fin dei conti parla d’amore, di amicizia, di coraggio, di solidarietà, insomma, a dirla in breve, parla di una vita ben spesa… Per me è il miglior sequel che abbia mai visto, un perfetto mix di giovinezza e maturità, una scheggia di umanità, nel mezzo di un mondo di droni.

E adesso, con tutta calma, andate a farvi… benedire.

P.S.: potete non credermi, ma è un film che conquista e coinvolge (per chi ha ancora voglia di divertimento semplice, “of course”!).

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