Diamanti grezzi è un film del 2019 diretto da Josh e Benny Safdie, due giovani registi indipendenti americani di origini siriane al loro secondo lungometraggio dopo l’interessante Good Times (2017)

New York: Howard Retner è un gioielliere di origine ebraica, giocatore d’azzardo compulsivo, frenetico, auto-distruttivo sempre a tavoletta sul pedale dell’acceleratore della sua fucking vita. Scommetti di qua, azzarda di là, compra ricetta impegna e spegna e gioca gioca gioca. Tanti sono i soldi che gli girano per le mani quanti sono i debiti da saldare a destra e sinistra ed i suoi creditori è gente molto poco raccomandabile… entra in possesso di una “uncut gem” è un opale, un diamante grezzo e sembra valere un mucchio di quattrini, finalmente potrà azzerare i debiti e riprendere le fila della sua vita ma il tempo stringe…

Questo è il plot di un magnifico film dal ritmo indiavolato, senza una vera trama ma semplicemente incentrato sulle peripezie che Howard (un Adam Sandler strepitoso) compie per cercare di portare a termine la sua missione, per saldare i suoi debiti, per diventare finalmente ricco… e tutto gira intorno all’opale l’ago della bilancia.

La regia nervosa, i dialoghi fitti e sovrapposti il turpiloquio l’isterismo, la camera a mano, la fotografia pastosa, tutto al servizio di Howard, un diavolo frenetico che non trova pace e che si barcamena tra i mafiosi la famiglia l’amante il suo lavoro senza un attimo di sosta.

Un film ansiogeno che non si rilassa mai ma che anzi cresce fino al lungo (e pazzesco) finale adrenalinico.

…molti ebrei muoiono di tumore al colon …ma non dovevamo essere i prescelti?

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