Joss Stone è una delle poche cantanti dei giorni nostri ad avere un talento indiscutibile.
All'età di 19 anni aveva venduto quasi 8 milioni di dischi in tutto il mondo, si era esibita sul palco al fianco di gente come James Brown, Rolling Stones & Stevie Wonder, era comparata da molti a Aretha Franklin della quale è considerata l'erede, ma, nonostante tutto ciò non si sentiva completa, sentiva di non essere riuscita ad esprimere tutta sé stessa, cosa che invece, secondo lei, è riuscita a fare solo nel suo terzo lavoro, "Introducing Joss Stone".
Il titolo di per sé dice tutto, come la stessa Joss ha più volte dichiarato: "Intoducing Joss perché quest'album mi rappresenta completamente, questo è ciò che sono come artista, queste sono le mie parole."
Il sound dell'album è chiaramente ispirato al soul degli anni '60 & '70 con una spruzzatina di suoni hip-hop e jazz a fare da contorno. Il produttore è Raphael Saadiq, che ha assistito Joss durante tutto il periodo delle registrazioni, lui suona il basso nel disco e dirige pure la jazz live band che suona nel disco, quindi gran parte del sound dell'album, se non la sua totalità, la si deve a lui.
L'album, pubblicato nel marzo 2007 in Inghilterra, e poi nel resto del mondo, è stato scritto interamente da Joss con la collaborazione di Raphael per quanto riguarda i suoni. La Stone suona alla The Supremes (Girl, They Won't Believe It) che parla di trovare la felicità con la musica, alla Motown (In The Arms Of My Baby) si rifà pure al soul classico con "What Were We Thinking" canzone tutta archi. C'è anche del funky nel disco (Tell Me ‘Bout It) e in questa full-immersion nella musica nera non poteva mancare l'hip-hop, in "Music Joss" canta insieme alla cantante dei Fugees Lauryn Hill che rappa un verso, nella sognante e ritmata "Tell Me What We're Gonna Do Now" ospita il rapper Common, uno della scuola anni '90 che suona ancor oggi canzoni più che decenti, il cui verso alza di livello la canzone rendendola una delle migliori dell'album.
Purtroppo ci sono anche canzoni troppo scontate tipo "Proper Nice & Bruised But Not Broken" ma era un rischio visto che a solo 19 anni Joss ha lavorato quasi interamente sola al disco. Carino invece l'outro che va sotto il titolo di "Music" nel cui finale ospita pure lo stesso Raphael in duetto con la Stone.
Con questo disco Joss ha azzerato tutto, ha ricominciato tutto da capo e ha cominciato a tracciare il percorso musicale che probabilmente seguirà in futuro, tutto sommato è un buon lavoro, anche se "The Soul Session" era meglio.
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