Un capolavoro. Non c'è parola più indicata per commentare questo disco, che racchiude alcune tra le canzoni che hanno fatto la storia del rock, e che ancora oggi sanno emozionare.
I Journey, già noti per capolavori come "Lights", "Wheel In The Sky", "Lovin’ Touchin’ Squeezin’" e "Any Way You Want It", riescono a creare un disco che non lascia rimpianti. La band è composta da Steve Perry, una delle voci piu particolari e potenti d’ America, Neal Schon alle chitarre, Jonathan Cain alle tastiere, Ross Valory al basso e Steve Smith alla batteria: di sicuro questa è la formazione d’oro del gruppo.
"Don’t Stop Believin’" , mitica apertura del disco, è una canzone senza età: molto orecchiabile e caratterizzata da quel misto di dolcezza e aggressività che la rende unica e immortale. "Stone In Love" e "Who’s Cryin’ Now" sono delle vere pietre miliari, canzoni che parlano da sé fin dal primo ascolto. Furono proprio queste tre, insieme a "Open Arms", a far sognare l’ America di quegli anni, quando il disco arrivò al primo posto nelle classifiche, e che ancora oggi sanno offrire riccheemozioni. Notevoli, come sempre, sono gli assoli melodici ma ben articolati di Neal Schon e le tastiere di Jonathan Cain, a volte semplici, ma sempre azzeccate. Segue "Keep On Runnin’", un pezzo più duro dei precedenti, ma sempre in stile AOR, come tutto il disco. "Still They Ride" è un pezzo profondo e commovente, che travolge in tutta la sua intensità, fatta di accordi di chitarra emozionanti e vocalizzi perfetti, degni del grande Perry. A seguire la title-track "Escape", pezzo dalla spiccante energia e vitalità, tipica canzone che mette carica, ottima da ascoltare quando l’ umore non è dei migliori. I coretti sono vigorosi, come sempre.
"Lay It Down" e "Dead Or Alive", ribadiscono ancora una volta l’ abilità dei cinque indiscussi musicisti. Steve Smith è uno dei migliori batteristi in circolazione, spesso sottovalutato o persino dimenticato; ma la sua abilità è indiscussa, tanto che oggigiorno suona Jazz-Fusion negli Steps Ahead. Con chitarra e pianoforte apre la maestosa "Mother, Father", una canzone che parla della forza e dell’ unità della famiglia, quindi dalle parole molto positive, ma quasi tetra dal punto di vista musicale. E’ comunque un'altra chicca di questo disco, che arriva dritta al cuore. Il pezzo di chiusura è la già citata "Open Arms": una delle canzoni più coinvolgenti e emozionanti di tutta la carriera Journey. E’ un pezzo molto romantico, ma non per questo scontato; non è la tipica ballatina strappalacrime, anzi, è veramente carica, e Perry sembra esprimere il suo amore in modo aggressivo, soprattutto nel ritornello.
In tutto il disco aleggia una atmosfera fatta di frenetica libertà, una voglia di scappare (appunto Escape…) per vivere la vita fino in fondo; forse per anche per questi temi ha lasciato la sua impronta indelebile nella storia della musica.
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