Il cd "L'albero" è stato pubblicato nel lontano '97 e appena mi sono resa conto che su DeBaser nessuno l'aveva commentato ho pensato: "Lo devo fare io!".

Come ho letto da altre recensioni dedicate a suoi dischi non sembra molto apprezzato negli ultimi anni, ma ritengo che questo disco sia il suo migliore e non abbia nulla a che fare con gli ultimi usciti, non nei testi e nemmeno nei sentimenti che trasmettono. Lo trovo un cd puro, sincero, e molto meno "commercializzato". Vi è una grande varietà di canzoni (e non attaccate a dire "lo fa per soddisfare tutti i gusti e vendere di più!" perché il più delle persone che lo dicono non lo hanno mai ascoltato bene): romantiche, introspettive, critiche, e altre che significano poco ma che comunque emozionano.

"Intro", canzone-ritornello con un testo corto composto da due frasi ripetute quattro volte, che si contraddicono anche; "prendo il sole in faccia… bevo tanta pioggia…" che incuriosisce e introduce a chi ascolta al contatto con la natura e al brano che dà il titolo all'album…
Passo a "Bella" uno dei pezzi vincenti del disco e ripetutamente passato in radio. Come quasi tutti i brani di Jovanotti, il testo è molto più importante della melodia che lo accompagna, ma in questa canzone sembra che vadano di pari passo. Parole che sembrano uscite da una "lauda", e non si sa bene dedicate a chi o cosa poiché ognuno lo può interpretare come crede.
Finita questa, arriva "La linea d'ombra", una canzone introspettiva molto meno conosciuta rispetto alla precedente ma che racchiude molto più significato. Inizia con una serie di suoni e melodie che ricordano il lontano Oriente, dove il tempo scorre lentamente. A me riesce a trasmettere un'emozione di smarrimento, data soprattutto dalla ritmica che accompagna il testo più significativo di tutto il disco. Chiunque si sia mai fermato a pensare a se stesso anche se solo per un attimo, perché posto davanti a una scelta che necessita grandi responsabilità si potrà rispecchiare in questa canzone.
"Questa è la mia casa" potrà sembrare una canzonetta stupida a orecchie superficiali, ma non solo ha un buon uso di strumenti (il suono del basso è molto evidente) ha anche un testo estremamente significativo ma forse passa più inosservato per il famosissimo ritornello "voglio andare a casa… e la casa dov'è?…" la fa sembrare una canzone ingenua.
"Umano" e "Il Muratore" sono forse due brani da prendere più alla leggera; "Canzone Piccola" racconta tutte le bassezze che sono attorno a noi.
"Il re" è una canzone dedicata alla sua donna. Jovanotti si paragona ad un sovrano grazie al loro amore.
"Per la vita che verrà" è un'altra bella canzone che si arricchisce di melodie esotiche e di un testo romantico.
"L'albero" è il brano che da il nome a tutto il cd; Jovanotti paragona se stesso a un albero e parla con la stessa ingenuità e sincerità che potrebbe avere un bambino che rimane incantato e meravigliato davanti alla maestosità della natura.
"Occhio non vede cuore non duole" ricorda ambientazioni dell'America anni '30 (un'emozione che mi trasmette), tratta della criminalità organizzata ed invisibile di questi tempi che viene aiutata dalla maniera in cui gira il mondo, ossia le multinazionali nei paesi in via di sviluppo, medicinali negati a chi non può permetterseli, il concetto di "malavita" che non coincide più con illegalità. È sicuramente un'idea già conosciuta e condannata anche se si fa poco o niente, ma nonostante tutto Jovanotti con questa canzone esprime il suo disprezzo, che ritengo non ipocrita.
"Ueikap!" parla della sua impotenza nei confronti dell'indifferenza di tante altre persone nei confronti di una società violenta e conformista.
"Luna di città d'agosto" è un'altra canzone dedicata a una donna ed è anche questa uno dei brani vincenti del disco, con un testo affascinante, poetico e molto malinconico.
Un'altra canzone che potrà sembrare ingenua ma che in realtà nasconde un grande significato è "Il fiore del 2000" poiché parla della storia che nel '97 si stava ripetendo, ossia la guerra stava per scoppiare, che oramai è scoppiata e che non è mai realmente scoppiata perché è sempre stata presente… non è mai finita come non è mai iniziata.
Le due canzoni collegate "Big Bang (parte 1-parole)" e "Big Bang (parte 2-pensieri)" sono una specie di raccolta di idee che ha esposto nelle canzoni che compongono l'album. Anche in questo brano provo una sensazione di smarrimento.
"La ritmica" è il penultimo brano ed e a mio avvisò il più scontato e prevedibile del disco, mentre "La pace" è una perfetta conclusione ad un album perfetto, non parla di "pace" come contrapposizione a "guerra", ma di pace interiore e tramite metafore e similitudini espone quello che per lui rappresenta lo stato di equilibrio interiore. Non ci può essere equilibrio senza il rispetto per la natura, gli altri uomini, e le idee altrui.

Amo questo cd. Sono più di sei anni che lo posseggo e non ho ancora smesso di ascoltarlo e di rispecchiarmici, poiché è uno dei cd meno scontati, meno prevedibili e più introspettivo di Lorenzo.

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