Personalmente definisco Jovanotti "Un somaro in vena poetica", per la sua specialità nel passare da un pezzo tamarro ad uno poetico con una disinvoltura che lascia di stucco. Nei suoi cd si possono udire frasi del tipo "Io ti cercherò negli occhi delle donne che nel mondo incontrerò e dentro quegli sguardi mi ricorderò di noi, chissà se si chiamava amore" che fanno urlare al rapper poeta, ma nello stesso tempo ci si meraviglia di fronte ad asinate del tipo "TACATACATACATACATACAMI LA SPINAAAA" che ti fanno venire voglia di assumerlo ad ottobre per la raccolta delle olive, ed urlargli nell'orecchio "Lavora!!", questo contrasto ha creato in me, da sempre, un rapporto di amore/odio verso Lorenzo Cherubini (anche se devo ammettere che, alla fine, di fronte a minchiate come "attaccami la spina" finisco sempre per divertirmi, anche grazie alle basi musicali azzeccate). 

Un cd come questo avrei dovuto lasciarmelo alle spalle da molti anni.. Dimenticarmene definitivamente.. Eppure.. Lo sto recensendo perché preso, come al solito, dalle mie  crisi nostalgiche. Di solito si è nostalgici per i '70/'80 (con tutte ste compilation revivalistiche ormai insopportabili) ma anche gli anni 90 hanno dato un valido contributo artistico al music business, non solo musica trash da discoteca, ma anche molti dischi di qualità; persino Jovanotti ha sfornato qualcosa di buono negli anni 90! Anzi.. Lorenzo 1994 è forse il suo album migliore (insieme a "L'Albero" e "Buon Sangue"), un disco qualitativamente valido, sia sotto il punto di vista musicale che nei testi delle canzoni.

La sopracitata "Attaccami la Spina" è la reppata adolescenziale d'apertura, tra il fastidioso e il divertente, le parole sono buone, ma il modo in cui canta e ritma il ritornello mi fanno ricordare l'odioso Jovanotti degli esordi (creatura infernale e tamarra sfornata da Cecchetto), quello del "voglio la mia motooo" che avrei soppresso a colpi di pistola per fare un bene alla società; eppure la base musicale è ben ritmata e finisci per divertirti anche se dentro di te continui a ripeterti "che asino!".

Lo spirito dell'album si capisce subito dopo la seconda traccia, "Serenata Rap" (e chi può dimenticare questa romantica hit anni 90 che ha in qualche modo accompagnato la nostra adolescenza? Che Jovanotti lo si ami o lo si odi, questa serenata rap è rimasta nel sangue a quelli della mia generazione... ) Lorenzo sforna un album di mezzo, ovvero stilisticamente a metà strada tra l'imbecille american style di prima e il poeta rap alla che guevara di oggi,  infatti tra una reppata giovanilistica e l'altra (in cui possiamo udire frasi alla Disk Jockey e scratch di Giorgio Prezioso) Cherubini ci regala ottimi testi densi di significato, ben cantati e ben orchestrati, come la mini parabola sui giovani di oggi, "I Giovani" appunto, appena 2 minuti per raccontare la vita giovanile, oppure la stupenda "Io Ti Cercherò" ottimo pezzo cantato e accompagnato da una coinvolgente orchestrazione.

Lorenzo però è ancora giovane, non aveva ancora raggiunto la maturità artistica e poetica che ci propone in album odierni come "Safari" e quindi, accompagnato dal suo padre creatore Claudio Cecchetto ci sforna una hit danzereccia ed esaltata come "Voglio di Più" 4 minuti per ballare su questo ritmo scatenato e "gasarci" sulle parole di Lorenzo che vuole andare a letto con madonna, vuole tappare il buco dell'ozono con la topa, vuole telefonare al presidente degli Stati Uniti e vivere tutta la vita!  A livello di spensieratezza, energia e divertimento è forse il pezzo più riuscito dell'intero album, anche più di quella, ormai stancante "Penso Positivo" canzone che a mio avviso ha fatto l'acido solforico!  L'album, artisticamente, si tiene sempre su questi livelli di alti e bassi, prediligendo per lo più canzoni da ballare e dalla forte ritmica.

Lorenzo dimostra una buona abilità nei tempi rap, e rispetto al passato.. Se la cava molto meglio (è cresciuto bene il somaretto), alcuni testi davvero significativi e ben fatti, come "Parola", "Barabba!" e "Si Va Via", quest'ultima racconta le morti dei ragazzi negli incidenti d'auto il sabato sera. Questo disco a distanza di anni riesce ancora a coinvolgere, nel bene e nel male "Lorenzo 1994" fa parte di una fetta culturale della nostra musica, e rispetto alle tante porcate immonde di odierna produzione, risulta un quasi capolavoro

Da riascoltare.. Con nostalgia.

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