Dopo la reunion di Casino Royale e Ritmo Tribale ,mancavano all'appello loro: i Karma. Anche se sotto nuovo nome Juan Mordecai (a voi scoprire il significato di questo bizzarro monicker), vi possiamo trovare il duo formato da David Moretti e Andrea Viti, rispettivamente cantante e bassista dell'ex gruppo milanese aiutati da tutti gli altri ex membri dei Karma e da svariati altri ospiti.
Per chi non lo sapesse i Karma hanno rappresentato negli anni novanta ,la risposta italiana al grunge americano. Autori di due soli album Karma (1994) e Astronotus (1996) hanno vissuto una manciata di anni da assoluti protagonisti del rock alternativo italiano di quegli anni. Dopo dieci anni di silenzio Moretti, che ha continuato a lavorare in ambito musicale ma dietro le quinte ha chiamato a se' Andrea Viti reduce dall'esperienza Afterhours, finita l'anno scorso per intraprendere questa nuova avventura musicale.
Questo disco puo' tranquillamente vantarsi di essere uno dei migliori prodotti italiani usciti negli ultimi anni, anche se di italiano ha veramente poco. Le sue radici si possono trovare nella musica americana legata alle famose desert sessions dei primi anni novanta, alla psichedelia californiana degli anni '70, al folk della west-coast e a cantautori solitari come Cash e Lanegan. Cantato interamente in inglese e registrato dopo lunghe sessions durate quasi due anni, il disco in linea di massima ha un mood intimista ed acustico interroto da alcuni momenti di rock elettrico.
La partenza e' veloce e ricorda molto da vicino i Queens of stone age piu' punk e scanzonati, PRODIGAL SONG, posta in apertura, inganna ma e' piacevole e diretta con tutta la band formata dagli ex Karma Pacho alla batteria e Andrea Bacchini alle chitarre con l'aggiunta di Steve Melchiorre alla chitarra e Max Prandi all'armonica.
THE FLESH SONG ha il compito di indicare la strada che l'album prendera'. Canzone quasi alla Neil Young con l'organo di Gianluca Mancini a creare un tappeto psichedelico e desertico ammagliante e un finale elettrico. I SAW YOU e' una buona prova di Andrea Viti che si cimenta al canto e suona quasi tutti gli strumenti,rifacendosi di anni passati in seconda linea negli Afterhours.Blues acustico che ricorda alcune cose del miglior David Crosby con finale nuovamente elettrico e corale.
SOMEONE BETTER e' uno stoner-rock'n'roll che sembra uscito nuovamente dalla penna di Josh Homme. 3 LITTLE LUSTS, una delle mie preferite con un grande Moretti che gioca a fare il Mark Lanegan. SKIN & BONES ricorda ancora le prove solistiche dell'ex Screaming trees ed ha un particolare organo che traccia la linea guida in cui si intrecciano le chitarre elettriche. MERRY ROUND e' una splendida ballata con la miglior prova vocale di Moretti alle prese con splendidi vocalizzi e impegnato anche con la slide. Molto vicina al cantautorato folk americano. DESERT TREE, dice tutto nel titolo. Canzone che ci fa immaginare in mezzo ad un deserto nella piu' completa solitudine grazie ad slides guitars e organo rhodes.
BLACK CLOUDS riporta in vita il grande JOHNNY CASH .Atmosfere country-western. ROSE e' una canzone sofferta in cui lo spirito di Johnny Cash sposa il nero di Lanegan per poi sfociare in un chorus irresistbile ed evocativo. Grande canzone. Nel finale troviamo la lunga DEMON LOVER, quasi Pinkfloydiana nel suo incedere, dove fa la sua comparsa come ospite Xabier Iriondo ex chitarrista degli Afterhours. Nove minuti psichedelici e noise che concludono un disco inaspettatamente bello ed ipnotico.
Scusate se per descrivere le canzoni ho fatto continui paragoni con grandi artisti ma era l'unico modo per rendere l'idea di cos'e' questo album. Spero solo che non passi inosservato, perche' sarebbe veramente un delitto con dare il giusto tributo al ritorno sulle scene da protagonisti della coppia Moretti-Viti, che a quanto sembra continuera' anche in ambito live. Consigliatissimo.
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